Pubblichiamo le pagine, rivolte “Al discreto lettore”, con cui l’economista Luigino Bruni apre il suo ultimo libro dedicato al confronto con le Sacre Scritture: Il Vangelo di Luca. Una rilettura (Paoline, pagine 448, euro 26,00). Il lettore “discreto”, al quale l’autore fa riferimento, è – secondo l’etimologia latina dal verbo discernere – colui o colei che, nel leggere, sa appunto «ben discernere il buono dal cattivo». Bruni, editorialista di “Avvenire”, ripercorre in modo integrale il testo di Luca, attivando una sorta di dialogo intimo con i Vangeli. E anche il lettore è invitato a un cambiamento della propria idea di Dio, per farsi sorprendere da quella dell’evangelista.
Il Vangelo secondo Luca è tra i libri biblici più commentati, fin dai Padri della Chiesa. Continuano a uscire regolarmente nuovi studi esegetici che ne esplorano le questioni controverse, introducono nuove interpretazioni, aprono prospettive inedite. Perché allora un nuovo commento al Vangelo di Luca? E per di più un commento di un economista? Soltanto il lettore, il discreto lettore, potrà alla fine del libro dire se la lettura è valsa la sua pena.
Commentando Luca ho continuato un dialogo personale e intimo con i Vangeli, e qualche volta con il suo principale protagonista. Un dialogo onesto, che ho cercato in tutti i modi possibili di non far diventare un commento ideologico né confessionale, operando costanti e intenzionali esercizi di autosovversione della mia idea di Dio e di Gesù, per dispormi a farmi sorprendere e cambiare da quella di Luca. Per questa ragione, davanti alle domande poste dal testo non ho voluto offrire risposte finte quando non ne trovavo di convincenti, preferendo spesso il silenzio a parole banali o non sincere.
Nel 1981, quando avevo quindici anni, feci la mia prima esperienza personale con il Vangelo. Di quell’agosto a Montemonaco (AP) mi resta solo una frase che dissi a Mimma, un’amica alla quale raccontai quell’esperienza: « Se Dio c’è, allora lo voglio conoscere ». Negli anni quel desiderio è cresciuto, è maturato nella mia vita di uomo e di cristiano, è diventato anche la grande do-manda del mio lavoro di cui i commenti biblici sono diventati nel tempo una parte sempre più significativa. Oggi, dopo quarantatré anni, quel desiderio di conoscenza spirituale è ancora vivo. Il desiderio di quel ragazzo ha generato nel tempo domande e risposte nuove e sempre provvisorie, custodendo, con non poca fatica, la semplicità ingenua di quel primo stupore.
In questa breve premessa mi resta solo lo spazio per un sincero augurio rivolto a voi discreti lettori e discrete lettrici: che la mia personale interpretazione del Vangelo di Luca non faccia da eclisse alla vostra, che sarà feconda solo se ogni tanto – possibilmente spesso – si libererà dalle mie parole e dalle mie idiosincrasie e inizierà un corpo-a-corpo con Luca, con i suoi racconti e con il suo protagonista. Perché soltanto una lettura che diventa la vostra lotta notturna vi potrà donare la sua benedizione e un nome nuovo (Gen 32).