Lo studio, che si inserisce nel più ampio «The Catholic project» – teso a promuovere la collaborazione tra clero e laici di fronte alla questione degli abusi sessuali –, è stato pubblicato in questi giorni. Scopo dell’approfondimento, come ha spiegato Stephen White, direttore esecutivo di «The Catholic Project», è quello di cercare di «capire veramente come stanno i nostri sacerdoti, in modo da poter fornire dati che possano aiutare i vescovi e gli stessi preti». Per quanto riguarda l’orientamento teologico e dottrinale «più della metà dei sacerdoti ordinati dal 2010 si pongono sul lato conservatore della bilancia », spiega il rapporto: «Nessun prete intervistato che è stato ordinato dopo il 2020 si è descritto, invece, come “molto progressista”».
Il dato più interessante, però, riguarda forse la questione degli abusi. Molti intervistati ordinati dopo il 2002, l’anno più pesante dal punto degli scandali in America, hanno detto di essere consapevoli che guarire le ferite provocate dagli abusi è essenziale per il loro ministero pastorale. « Il Signore intende usare me e il mio sacerdozio per contribuire a sanare questa situazione e ripristinare la fiducia e la credibilità del sacerdozio per le persone», ha sottolineato uno degli intervistati. E dalla ricerca emerge che «il 71% dei sacerdoti riferisce di conoscere almeno una vittima sopravvissuta agli abusi sessuali del clero, mentre l’11% ne conosce cinque o più». Purtroppo, anche gli stessi sacerdoti dichiarano di essere tra le vittime di abusi sessuali: il 9% dice di aver subito personalmente molestie e abusi sessuali o di essere stato vittima di una qualche cattiva condotta sessuale durante la formazione sacerdotale o il Seminario. A questa domanda, però, il 6% ha preferito non rispondere. Da notare che però la maggioranza dei sacerdoti intervistati (69%) «afferma di sentirsi ben preparata per assistere una vittima di abusi, e il 54% riferisce che lo sta già facendo». Un dato variegato arriva dalla fiducia posta nei vescovi, che cambia di molto da diocesi a diocesi, passando da un massimo del 100% a un minimo del 9%. Infine, la ricerca mette in luce una soddisfazione generalizzata riguardo al proprio ministero da parte dei sacerdoti: solo il 4% sta considerando la possibilità di abbandonare la tonaca.