Ravviamo la consapevolezza che il protagonista della missione è Cristo per mezzo del suo spirito: gli apostoli, i sacerdoti, i presbiteri sono collaboratori, sono servi, sono mediatori siamo ambasciatori

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Dato che, potremmo dire, il vero e unico sacerdote del Nuovo Testamento è il Cristo, il presbitero, in pratica, è il servo di Cristo, è l’intermediario di Cristo, è il mediatore tra Cristo e il popolo. Perciò deve essere in continuo contatto con il Cristo amministrando saggiamente e con profondità e Fede Il mistero di Cristo i sacramenti.

Viene perciò più che mai ribadito che il protagonista della missione è Cristo per mezzo del suo spirito: gli apostoli, i sacerdoti, i presbiteri sono collaboratori, sono servi, sono mediatori…
Possiamo contemplarlo in un modo straordinario negli atti degli apostoli Dove è più il protagonista è lo Spirito e la Parola di Dio e loro sono mandati. E’ lo Spirito Santo a scegliere ed inviare Paolo e Barnaba; e quando loro ritornano dalla missione raccontano quello che lo Spirito e la parola hanno compiuto per mezzo di loro…

Di conseguenza la familiarità con lo spirito santo per mezzo dell’ascolto della parola dell’Eucarestia delle opere di bene è fondamentale perché lo spirito santo è che si riversa nei cuori La forza della Risurrezione di Cristo che rende feconda la missione…

Solo se nel presbitero c’è questa presenza del signore dello spirito allora lui è fecondo se invece lui va da solo con la sua competenza con le sue intelligenza con le sue energie con la sua preparazione e che può essere bravo brillante ma non porta salvezza, perché solo lo spirito del Signore porta salvezza solo la grazia di Cristo salva…

Ecco allora perché i santi pastori sono umili permettono al signore di fare grandi cose; sanno dedicare molti spazi per l’ascolto del Signore per meditare la parola di Dio per pregare per valorizzare la presenza della Madonna…

Inoltre pregano molto: sono molto attenti per manifestare lo stile voluto da Cristo, manifestato da Cristo che è quello appunto del che va in cerca con fatica e compassione con amore in cerca di tutti, per riammettere nella comunione perché la caratteristica del Ministero di Cristo per salvare gli uomini è quello della Misericordia e quello dell’affabilità e quello della Carità è quello dell’ascolto di tutti accoglienza di tutti.

Molto significativo l’Inno alla carità 1 Corinzi 13: noi possiamo avere grandi forze possiamo noi avere grande Fede, grandi capacità umane, ma se non abbiamo appunto la carità che non è uno dei Carismi ma è la forza, la Sapienza che deve avvolgere ogni servizio ogni e contatto con la gente ogni attività del presbitero, è chiaro che questa carità, questa agape deve avere le caratteristiche di 1 Corinzi 13: tutto copre, tutto regge; non è invidiosa; non si vanta e oppure di Galati 5 22 Eco e benevola caritatevole è responsabile eccetera.

La Mistica Apostolica di Paolo io vivo in Cristo; Cristo vive in me e anche l’esperienza Mistica di Alberione Cristo che vive e opera in me, ama in me, muore in me, risorge in me, ma anche tutta l’espressione molto forte se non siamo uniti alla vite e senza di lui non possiamo fare nulla e che dobbiamo essere annodati e che in Cristo Dobbiamo essere uniti come il tralcio alla vite che ha per attingere linfa Grazia.

Risulta indispensabile e con una sana ascesi una genuina disciplina per lottare contro il male, perché comunque siamo fragili, siamo creature e noi, soprattutto quando abbiamo ruolo, siamo sempre tentati di presunzione di fariseismo e di approfittare e che di tirare l’acqua al nostro mulino, di ripiegarsi su noi stessi di non manifestare Eccola La Sapienza nuova del Vangelo di Cristo.

Perciò il Vangelo-Cristo non è una dottrina non è una religione, ma è una vita, una vita nuova. Infatti Cristo è vita e luce e vita nuova e verità cioè che fedeltà di Dio e perciò il sacerdote in presbitero deve fare quest’esperienza: quello che abbiamo toccato quello che abbiamo vissuto quello che abbiamo sperimentato lo annunciamo a voi deve essere trasmettitore di vita nuova di amore di calore di Gusto della Vita della preghiera del rapporto di comunione con tutti.

Per questo che ci deve essere un rapporto tra preghiera e battaglia come Mosè che vincesse sul male il suo popolo prega sul monte la Fede non può interrogarsi di Dio ignorando L’uomo e le sue battaglie, l’uomo e la totalità della vita. Non può il presbitero cantare inni Sacri in chiesa e non impegnarsi per un sogno di giustizia di salute di libertà fuori dalla chiesa.

Non puoi programmare le cose ultime senza prendere a cuore le cose penultime; nel terreno sassoso della società e della storia, spesso pieno di macerie. La parola di Dio e la carne dell’umanità sono ormai unite in un intreccio così forte è scandaloso da arrivare fino alla sofferenza insieme.

Mosè alto sul monte con le braccia alzate l’icona di ogni uomo, soprattutto di ogni presbitero. L’uomo è un albero capovolto che ha le sue radici più veri in alto nel cielo ogni uomo è così albero con radici di cielo e la radice che mi porta non sono io che porto le radici e il cielo che mi porta.

La benedizione di Dio un’energia di vita nuova che discende dall’alto energia di generazione  in generazione. È un luogo decisivo in cui l’essere umano senza saperlo si trova in relazione con il suo creatore in cui deve decidere se donare la vita sia donare un bene Deve decidere se ha speranza.