Naturalmente il numero dei partecipanti all’incontro di maggio sarà ridotto e non sarebbe possibile altrimenti se è verso che solo in Italia le parrocchie sono oltre 25mila. Così è stato chiesto alle Conferenze episcopali e alle Chiese orientali cattoliche di individuare trecento sacerdoti da rendere protagonisti di un incontro mondiale caratterizzato da «ascolto, preghiera e discernimento». A promuoverlo sono la Segreteria generale del Sinodo dei vescovi e il Dicastero per il clero, in accordo con il Dicastero per l’evangelizzazione (Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari) e il Dicastero per le Chiese orientali. Titolo dell’evento: “I parroci per il Sinodo. Un incontro internazionale” con l’obiettivo – spiega una nota – «di ascoltare e valorizzare l’esperienza che vivono nelle rispettive Chiese locali e di offrire loro una occasione per sperimentare il dinamismo del lavoro sinodale a livello universale».
Dal punto di vista organizzativo il numero dei partecipanti è stato determinato con un criterio simile a quello utilizzato per l’elezione dei membri dell’Assemblea sinodale. Quindi, per le Chiese di rito latino sono previsti 1 rappresentante per le Conferenze episcopali con non più di 25 membri; 2 per le Conferenze episcopali che hanno da 26 a 50 membri; 3 per quelle che hanno da 51 a 100 membri; 4 per le Conferenze episcopali con oltre 100 membri. Inoltre, ci saranno, 1 parroco per ciascun continente in rappresentanza delle Circoscrizioni ecclesiastiche sprovviste di Conferenza episcopale. Quanto alle Chiese orientali cattoliche, sono previsti: 1 rappresentante per ogni Sinodo dei vescovi o Consiglio dei gerarchi delle Chiese cattoliche orientali con non più di 25 membri; 2 rappresentanti per ogni Sinodo o Consiglio che abbia da 26 a 50 membri; 3 rappresentanti per ogni Sinodo o Consiglio con più di 50 membri.
Oltre al numero, anche nella scelta dei profili dei parroci da inviare a Roma, gli organizzatori hanno suggerito alcuni criteri di selezione. In particolare, è stato chiesto, informa una nota, di «dare preferenza a chi abbia esperienze significative nella prospettiva di una Chiesa sinodale; e di favorire una certa varietà dei contesti pastorali di provenienza (ambiente rurale, urbano, contesti socioculturali specifici, ecc.).
L’incontro risponde all’indicazione espressa dai partecipanti alla Prima sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (4-29 ottobre 2023) che nella Relazione di sintesi avevano individuato la necessità di «sviluppare modalità per un più attivo coinvolgimento di diaconi, presbiteri e vescovi nel processo sinodale. Una Chiesa sinodale non può fare a meno delle loro voci, delle loro esperienze e del loro contributo». I risultati dell’evento contribuiranno inoltre alla redazione dell’Instrumentum laboris, il documento di lavoro per la Seconda Sessione dell’Assemblea sinodale in programma nel prossimo ottobre.