Nel corso di un incontro, tenutosi presso la sede della Pami (Pontificia Academia Mariana Internationalis) in via Merulana a Roma, sono state presentate le attività del team di esperti
«Le apparizioni mariane», ha aggiunto l’ecclesiologa immacolatina, docente in diversi atenei, «fanno parte delle rivelazioni private, non c’è bisogno dell’approvazione del Papa come nel caso di un dogma. Noi non abbiamo il compito di giudicare o intervenire su apparizioni o fenomeni presunti, ma di studiare come avvengono questi eventi e dare informazioni e supporto ai vescovi delle varie diocesi che devono condurre indagini in questo campo. È ovvio che ogni vescovo agisce nella più piena autonomia. Solo ai vescovi locali spetta il riconoscimento ufficiale delle apparizioni, previo parere di una commissione diocesana, secondo precisi criteri elaborati dal Dicastero per la Dottrina della Fede, primo fra tutti la coerenza del messaggio trasmesso dal o dai veggenti con quello della Rivelazione divina pubblica contenuta nella Sacra Scrittura. Tale Rivelazione si è tradizionalmente conclusa con la morte dell’ultimo apostolo e le apparizioni non apportano nulla di nuovo, se non un’attualizzazione spiritualmente feconda del Vangelo nella storia umana».
«Il nostro compito», ha proseguito la religiosa, «è quello di studiare le apparizioni e osservare i fenomeni, perché essi vanno monitorati, analizzati in tutta la loro valenza sociologica, culturale, psicologica, medica e teologica, mettendo insieme tutti gli studiosi di tali discipline».
Nel corso dell’incontro, tenutosi presso la sede della Pami in via Merulana a Roma, tra la Basilica di San Giovanni Laterano e quella di Santa Maria Maggiore, la direttrice dell’OISA ha anticipato che tra i primi obiettivi in programma ci sono dei corsi di formazione rivolti anche al mondo della stampa, che come dimostrano le cronache recenti, spesso anche incosapevolmente mette in circuito resoconti e dettagli che creano ancora più confusione.
«In un mondo in cui la comunicazione è sempre più veloce, l’Osservatorio è soprattutto al servizio dell’informazione e della formazione di coloro che sono chiamati a lavorare sul tema delle apparizioni e delle rivelazioni private, senza avere alcun potere decisionale poiché ogni vescovo rimane il giudice ultimo di queste questioni nella sua diocesi. Ci sono persone che ne approfittano per veicolare falsi messaggi».
Difendersi da “bufale” e fake news, ha detto suor del Gaudio, rispondendo alle domande dei giornalisti, «è fondamentale per tutelare il benessere delle persone e non alimentare le aspettative di tanti soggetti che possono essere fragili. E in questo i media giocano un ruolo importante: amplificare taluni fenomeni non è tanto corretto».
Accanto a lei, Paolo Cancelli, avvocato e membro del Comitato scientifico centrale, ha inquadrato l’attività dell’Osservatorio nell’ambito dell’articolo 3 della Costituzione, che prevede la piena uguaglianza di tutti i cittadini e il conseguente impegno a rimuovere tutti gli ostacoli che ne intralciano la realizzazione. «Se non facessimo questa opera di aiuto, di informazione, di promozione delle coscienze dei cittadini», ha spiegato, «le persone non avrebbero gli anticorpi di legalità».
I criteri per stabilire se un’apparizione è vera o falsa, hanno poi spiegato i relatori sono quelli definiti «in maniera chiara e precisa» dalla Congregazione per la dottrina della fede. Il primo criterio scientifico è il riferimento all’apparizione pubblica: «Se nelle apparizioni private c’è qualcosa in contraddizione con l’apparizione pubblica, l’apparizione è falsa». Da valutare, poi, la salute mentale e psichica dei veggenti, la loro moralità e la presenza di eventuali altre condizioni, come elementi mafiosi, scopo di lucro o altri elementi negativi. «Tutti i componenti dell’Osservatorio operano a titolo gratuito», ha precisato Cancelli: «E questa è una garanzia per superare qualsiasi tipo di interesse in qualunque caso concreto. Potrebbe e dovrebbe diventare uno stile per ogni strumento a servizio del bene comune».
L’OISA è quindi chiamata a esercitare una forma di «diaconia istituzionale», secondo le parole di Paolo Cancelli, per accompagnare senza alcun fine di lucro o interessi personali, il prudente discernimento necessario di fronte a fenomeni «spesso molto pubblicizzati ma talvolta anche provocati o amplificati da manipolatori interessati al guadagno materiale e alla gloria televisiva». Riguardo ai presunti veggenti, suor Daniela De Gaudio insiste su un criterio che non mente: «l’umiltà, segno inequivocabile di un’attenzione particolare per il prossimo».
A breve si costituiranno i comitati scientifici territoriali dell’OISA, in collegamento con il Comitato scientifico centrale, di cui fa parte anche il condirettore di Famiglia Cristiana e Maria con te, Luciano Regolo. Alcuni di questi comitati locali sono già attivi, ad esempio in Giappone, Canada, Brasile e Costa Rica.