Lettera dell’arcivescovo di Milano per il 2019-2020 ·
L’anno pastorale 2019-2020 avrà inizio ufficialmente il 7 settembre ma i fedeli dell’arcidiocesi di Milano hanno già a disposizione, da pochi giorni, la lettera-proposta di monsignor Mario Delpini. Intitolata La situazione è occasione. Per il progresso e la gioia della vostra fede (Milano, Centro Ambrosiano, 2019, pagine 144, euro 4), la lettera è un insieme di proposte che intendono accompagnare i fedeli ambrosiani lungo i diversi tempi dell’anno liturgico, intesi come situazioni capaci di sprigionare in modo promettente significative occasioni di crescita nella fede.
L’arcivesco di Milano trae spunto dalla lettera di san Paolo ai Filippesi, invitando il popolo di Dio a valutare ogni situazione che si presenti come occasione di riflessione e crescita, anche nella vita civile: «Condivido con tutti i fedeli i sentimenti che l’apostolo Paolo mi ispira, con gratitudine e ammirazione per la vita delle nostre comunità e confido la mia sollecitudine per tutti i fedeli che sono parte viva della Chiesa di cui sono servo e per tutta la gente che abita in questa terra: per tutti sento la responsabilità di annunciare il Vangelo e di dare ragioni della speranza, con dolcezza e rispetto».
Delpini osserva che «la nostra Chiesa diocesana, nel suo peregrinare in questa terra, segnata da una storia antica e da una irrequieta vivacità presente, sta assumendo un volto nuovo». E riprende i quattro tratti caratteristici già delineati nel documento di promulgazione del sinodo minore della diocesi, intitolato «Chiesa dalle genti. Responsabilità e prospettive» e tenutosi dal 27 novembre 2017 al 3 novembre 2018: «La nostra comunità diocesana dimora nello stupore e si trova a proprio agio nella storia; […] è sensibile al “forte grido” che protesta contro il male, che reagisce all’ingiustizia, che raccoglie il gemito dei poveri, che denuncia le prevaricazioni dei potenti […] ed è invitata ad alzare lo sguardo per contemplare la promessa sposa, la sposa dell’Agnello».
Il presule propone quindi sei lettere che ripercorrono le diverse fasi dell’anno liturgico, ravvisando nel susseguirsi ordinario di questi momenti quelle situazioni che possono diventare occasioni di grazia nel tempo vissuto in relazione con Dio: Lettera per il mese missionario speciale – ottobre 2019, «Purché il Vangelo venga annunciato» (Filippesi, 1, 18); Lettera per l’Avvento 2019, «Corro verso la meta» (ibidem, 3, 14); Lettera per il tempo di Natale, «E Gesù cresceva in sapienza età e grazia» (Luca, 2, 52); Lettera per il tempo di Quaresima, «Umiliò se stesso, obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Filippesi, 2, 8); Lettera per il tempo pasquale, «Siate sempre lieti nel Signore» (ibidem, 4, 4); Lettera per il tempo dopo Pentecoste, «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito» (ibidem, 4, 18).
All’inizio di ogni singola lettera viene proposta una citazione dell’epistola ai Filippesi, sviluppando poi percorsi di analisi riguardanti la condizione attuale della Chiesa di Milano: prospettive, approfondimenti di alcuni aspetti concreti e proposte di passi da compiere. Non mancano suggerimenti relativi alla lettura di testi del magistero di Papa Francesco. Un esempio significativo è un passaggio della Lettera per il mese missionario straordinario (ottobre 2019): «La missione è obbedienza, non è impresa solitaria; ha la sua radice nella comunione, è praticabile da una fraternità, ha come intenzione di convocare per edificare la comunione dei molti che diventano un cuore solo e un’anima sola. I discepoli si purificano da ogni tentazione di proselitismo, di esibizionismo. Cercano di contrastare ogni inclinazione alla timidezza, al ripiegamento su di sé. Si liberano da ogni complesso di inferiorità. Obbediscono al Signore e vivono come inviati per annunciare il Vangelo. Sono chiamati a identificarsi e a riconoscersi nel mandato di Gesù, così da poter dire, come suggerisce Papa Francesco, io sono missione».
Al termine di ciascuna lettera vengono segnalate quasi sempre alcune date che meritano particolare attenzione e convocano a una partecipazione corale, all’insegna del «senso di appartenenza alla comunità».