” Al Rinnovamento si accostano persone reduci dalle più diverse esperienze di vita e tra queste situazioni oggi si propone sempre più spesso quella di matrimoni distrutti e di separazioni legali. Come comportarsi con i fratelli e le sorelle che vivono questa condizione e che cercano l’aiuto della Chiesa nel Rinnovamento carismatico?
Bisogna fare una distinzione. Se la rottura è avvenuta nel passato, quando non si conosceva ancora il Signore, per colpa propria o senza colpa propria e non è più possibile tornare indietro perché c’è una situazione nuova, magari con dei figli sopraggiunti nel frattempo, nulla vieta di accogliere queste persone nei gruppi di preghiera e di fare anche su di loro la preghiera di effusione. La Chiesa ha spesso ribadito che questa situazione impedisce l’accesso all’Eucaristia ma non alla preghiera; non essendo l’effusione dello Spirito un sacramento ma appunto una preghiera e un aiuto spirituale, nulla vieta, a mio parere, che dopo una buona confessione, accompagnata da sincero pentimento, si possa pregare su queste persone perché ricevano il dono dello Spirito.
Diverso è il caso di situazioni in atto, cioè di sposi in crisi ma non ancora separati che, una volta conosciuto il Signore, con l’aiuto della grazia e della propria buona volontà, potrebbero ritrovare l’unità e la pace. A questo proposito io devo fare un ammonimento piuttosto austero. Non ci si prende gioco di Dio. Non si può cercare nel Rinnovamento un avallo e un modo di aggirare le esigenze della coscienza e della Chiesa.
L’esperienza dimostra che la grazia dello Spirito Santo può risanare matrimoni morti e conferire loro uno splendore, una vitalità mai conosciuti prima. Io stesso, diverse volte, ho conosciuto casi meravigliosi in cui lo Spirito Santo ha rinnovato non solo i cuori ma anche il matrimonio. “