Lasciare tutto per seguire Cristo, diventando persone intere, unite, integrali, appassionate del bene, del Signore, della missione, del Corpo di Cristo (Cristo è il capo noi le membra) che è la Chiesa, la comunità

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In Giovanni 1 la chiamata dei dodici per fissare di Giovanni Battista è molto significativo perché Giovanni Battista è un servo fedele (non sono io il Cristo, sono servo, sono voce, preparo la strada re lo dichiarò con forza…): fissando lo sguardo su Gesù (è un contemplativo) lo riconosce a differenza di tutti gli altri che non se ne accorgono di Gesù.

Lui non solo lo riconosce, ma lo annuncia e lo presenta come veramente è: non tanto amico, ma agnello di Dio, che dà la vita. Lui è colui che è messia in un modo paradossale
perché manifesta l’amore di Dio a tutti dando la vita.

E allora poi sentendolo parlare così i discepoli (è molto importante questa testimonianza questa coerenza e questo annuncio forte di tutto il Vangelo tutto il Cristo) allora si incuriosiscono, lo interrogarono… e ci sono ben 5 allora:  non è che noi incontriamo il Cristo seguiamo il Cristo in un modo così magico: non si passa dal naturale al soprannaturale un modo magico.

Venite vedete e poi Ecco hanno sperimentato Cosa vuol dire la comunione con il Signore tutta la purificazione del loro io: che cammino hanno dovuto fare; avevano lasciato tutto ma non conta lasciare tutto, ma la vera difficoltà è cambiare la mentalità e le presunzioni…

E allora noi possiamo vedere l’esperienza di Mosè: Togliti i calzari… Togliti per incontrare lui per ascoltarlo e così poi dopo anche Elia deve lasciare la sua mentalità che solo distruggendo i nemici e lui poteva essere coerente fedele non ritorno su due passi No tu devi consacrare anche dei pagani.

Meditando il Vangelo e con l’incontro con il giovane ricco: tu vorresti comprare la vita eterna, ma devi incontrare qualcuno che poi ti libera e ti invita a donare agli altri, distaccandoti da tutti i beni…

E così riguardo a Maria e Marta lei ha scelto la parte migliore perché in continua comunione con il Signore e poi dopo sperimenta la pace anche se deve servire come Marta, ma non rimprovera; non è scorbutica; non è depressa ma è calma…

Così l’esperienza di Pietro: lui era generoso; veramente un brav’uomo, ma ha dovuto lasciare anche il suo essere bravo uomo, perché ha dovuto permettere a Cristo che lo purificasse, lo rinnovasse, lo trasformasse

Così L’esperienza di Paolo: io tutto quello che poteva essere un guadagno l’ho considerato una perdita e quello che poteva essere una perdita un guadagno un capovolgimento uno stravolgimento che come tutti i maestri di spirito ci dicono. Anche il nostro fondatore richiede una sana disciplina richiede una scesi richiede come Paolo la sana disciplina di un atleta, perché la santità è al di là di un lungo cammino di ascesi di preghiera di ascolto della parola di impegno

Non è questione di sopprimere i valori, i talenti, l’eros che noi abbiamo ma orientare tutte le nostre energie nella ricerca del bene comune con compassione, verso il Signore, verso gli altri, verso la missione. Chi è l’apostolo? E’ colui che appunto tutte le sue forze tutte nelle sue energie con passione e con amore le investe nella missione, per il Signore e amando anche le sorelle perché quello è il criterio. Se io sono unito al signore e vivo la comunione con lui se io lui è il capo. Noi siamo le membra, allora io rispetto accolgo valorizzo amo e sono e secondo e sono misericordioso verso tutte le persone con le quali mi trovo a vivere devo collaborare