Sin da quando ho cominciato a rifrequentare la Chiesa, dopo i tempi dell’“esilio” dell’adolescenza e oltre, è nato un fascino verso la Parola di Dio, la Bibbia, il Vangelo, le lettere di San Paolo. Mi piaceva spesso fermarmi in qualche chiesetta di Milano, zona piazzale Lotto, dove ho lavorato per parecchi anni, per riflettere e pregare. Il silenzio della Chiesa, che si contrapponeva al rumore assordante delle macchine e dei mezzi che circolavano nelle strade, era l’atmosfera ideale per leggere, rileggere la Parola di Dio, e ripetersi alcune frasi che più mi colpivano, in special modo di Gesù nel Vangelo o San Paolo nelle sue lettere, per gustare quelle parole-verità, bevendo l’acqua pura dell’amore di Dio e dei suoi stupendi disegni che vuole realizzare in chiunque gli apre il cuore. Cominciavo a fare esperienza che la Parola di Dio è veramente una ricchezza immensa ed è una grande gioia ripetersela, custodirla e meditarla nel proprio cuore.
“Se ti trovassi fuori sede, in un luogo lontano e ricevessi uno scritto dell’Imperatore, non staresti tranquillo, non andresti a riposare, non piglieresti sonno prima di aver conosciuto ciò che l’Imperatore ti manda a dire. Ora l’Imperatore del cielo, il Signore degli uomini e degli angeli, ti ha mandato le sue lettere che riguardano la tua vita… Impara a scoprire il cuore di Dio nelle parole di Dio”. Così parla san Gregorio Magno della Sacra Scrittura: una lettera di Dio indirizzata ad ogni uomo. Si deve accoglierla con amore, leggerla, custodirla e viverla.
Nella Bibbia sta scritta in filigrana la nostra vera storia, sta celata, come un tesoro in un campo, la nostra verità e identità profonda. In primo luogo la Scrittura non ci vuole dire che cosa dobbiamo fare, bensì chi siamo, qual è il mistero della nostra vita, ci permette di comprendere chi siamo in verità. Leggere la Scrittura significa innanzitutto incontrare il Dio che ci parla e che ci apre il suo cuore. Nella relazione con Dio incontriamo il mistero della nostra vita e ce ne rallegriamo.
San Girolamo ci ricorda che “l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo” e ci fa capire ciò che avviene nella preghiera: “Preghi? Sei tu che parli allo Sposo. Leggi? È lo Sposo che parla a te”. La Bibbia non è un libro, ma Qualcuno che parla: parola viva. La preghiera è la risposta dell’uomo al Signore che ha parlato. “La meditazione dei Libri santi – scrive Isacco il Siro – insegna all’anima il dialogo con Dio”. Veramente “ascoltando la parola di Dio, si tocca il cielo” (J. Green), parole di Dio che sono “come carezze” (E. Ronchi), parola che è “davvero un bacio per me” (san Bernardo) e “Il petto di Gesù è la Sacra Scrittura” (autore medioevale) e “quando leggo le divine Scritture, Dio torna a passeggiare con me nel paradiso terrestre” (sant’Ambrogio).
Riguardo a “come pregare” con la Parola di Dio, è del tutto legittimo e anche proficuo occupare il tempo della preghiera con delle formule ripetitive, in particolare nei momenti di stanchezza, di difficoltà a mobilitare le facoltà intellettuali, o anche quando ci sentiamo spinti dallo Spirito Santo verso una preghiera più semplice, ricondotta all’essenziale, senza ricorre troppo all’attività dell’intelligenza discorsiva o dell’immaginazione, per favorire quella del cuore. Questa ripetizione deve essere fatta adagio, tranquillamente, senza che diventi uno sforzo teso, stando attenti alla presenza di Dio in noi. Il ritmo della ripetizione può favorire l’ingresso in uno stato di raccoglimento. La fedeltà a questa preghiera può concederci a poco a poco la grazia di entrare in una vera contemplazione e unione amorosa con Dio. Il vantaggio di queste preghiere ripetitive, oltre alla loro semplicità, è che possono diventare progressivamente una sorta di abitudine (nel senso buono del termine) che ne fa una risorsa preziosa per pregare in molti altri momenti della giornata oltre al tempo dedicato all’orazione propriamente detta: in automobile, durante una passeggiata, nei momenti di insonnia, nel corso di attività o lavori in cui la mente non è completamente assorbita dal compito che la occupa.
Ed è in questo contesto di riflessione e di esperienza personale di pregare la Parola di Dio, ripetendo quelle frasi che più ho sentito ricche e piene di senso, che hanno parlato e nutrito direttamente il mio cuore e la mia mente, che ho recentemente pubblicato il “Rosario Biblico” con la San Paolo, in quest’anno particolare per la Famiglia Paolina dedicato all’Anno Biblico. Lo stile di questo Rosario ricorda quello del libro classico “Racconti di un Pellegrino russo” il quale, per riuscire a “pregare sempre” come raccomandava il Vangelo, ripeteva migliaia di volte al giorno una frase “evangelica”, fino ad arrivare a sentirsela ripetere da sola nel suo cuore e facendo l’esperienza mistica di sentire e vedere tutta la creazione avvolta dalla presenza di Dio. Non un rosario classico, quindi, con la ripetizione delle “Ave Maria”, ma con la ripetizione continua di alcune frasi della Scrittura, di cui si propone una vasta selezione scelta da vari libri della Bibbia. La Parola lentamente e dolcemente entra e penetra nel cuore tramite questa ripetizione e tramite l’accoglienza del senso che questa Parola propone, e piano piano fa diventare realtà quello che la Parola dice e quello a cui la Parola invita. Infatti, come ci ricorda San Paolo, la Parola di Dio è veramente “Potenza di Dio per chiunque crede”.
Vito Spagnolo, sacerdote italiano, è il segretario personale del Superiore generale