L’attenzione alle “cose ultime” per Antonietta Potente deve servire ad illuminare l’oggi della natura e del mondo umano, e qui emerge un’altra peculiarità del libro, uniti da un vincolo di solidarietà che molto spesso noi umani vogliamo ignorare.
Dall’Apocalisse possono, quindi scaturire nuovi modi di stare al mondo e nel mondo, recuperando un’armonia che non è l’annullamento dei contrasti, ma la loro pacificazione tra gli esseri umani e con il cosmo intero. Si inserisce qui il significato più vero della profezia: dischiudere nuove possibilità che la realtà non presenta a chi l’accosta con un sentire superficiale, ma che solo andando in profondità possono svelarsi.
Il libro di Antonietta Potente non vuole presentarsi come un’esegesi rigorosa e puntuale, ma come un approccio che parte dall’esistenza e vi ritorna, gettando su di essa la luce che deriva dalla parola ispirata: non è in gioco solo la prospettiva dell’interpretazione e della conoscenza, ma quella dell’intera soggettività di chi scrive e di chi legge.
Convergono in questo scritto le esperienze personali dell’autrice che ha vissuto molti anni in Bolivia, entrando in contatto con culture profondamente diverse dalla nostra, ed il suo impegno femminista che la porta a valorizzare il sentire delle donne per creare differenti forme di convivenza.
A chi consigliare questo libro? A chi non si accontenta di ciò che è già dato e scontato, ma cerca nuove possibilità per accostarsi alla realtà, cogliendone il senso più profondo e reale.
di Giorgia Salatiello