Ogni anno in Francia diverse basiliche vengono sconsacrate e trasformate in luoghi alternativi, tra cui birrerie, club e gîtes. Mentre alcuni vedono queste riconversioni come un’opportunità per salvare edifici storici, altri esprimono preoccupazioni per l’uso profano di spazi sacri, sollevando interrogativi sul futuro del patrimonio religioso
Secondo una dettagliata inchiesta del periodico La Croix ogni anno, in Francia, una decina di chiese vengono sconsacrate e vendute, spesso trasformate in abitazioni, hotel o edifici commerciali. Altre, invece, vivono riconversioni più insolite, diventando biblioteche, bar o persino templi protestanti. Tuttavia, tali trasformazioni non avvengono senza creare tensioni tra i residenti, molti dei quali restano profondamente legati ai simboli rappresentati dai loro campanili.
Un esempio emblematico è l’antica cappella delle Orsoline ad Aire-sur-l’Adour, nelle Landes, oggi trasformata in un gîte che accoglie i pellegrini diretti a Santiago di Compostela. Questo fenomeno non è limitato alle piccole comunità: anche le città maggiori partecipano a questa tendenza, come dimostra il caso della chiesa di Saint-Nicaise a Rouen, diventata la “più grande birreria-chiesa del mondo”, grazie a un accordo tra il comune e una birreria locale.
Un nuovo utilizzo per salvare il patrimonio
Nel 2019, Rouen ha lanciato un bando per trovare una nuova destinazione d’uso per l’edificio gotico in disuso. Nel 2020, la chiesa è stata sconsacrata e, due anni dopo, è stata classificata tra i monumenti storici. La birreria Ragnar, gestita da Pierre-Marie Soulat, ha trasformato l’edificio in un luogo d’incontro e svago per la comunità locale. Tuttavia, il nome di “birreria-chiesa” ha suscitato qualche polemica all’interno del clero. Soulat ha chiarito che la birreria intende rispettare la storia cristiana del luogo, affermando: «Siamo consapevoli della verticalità del luogo e vogliamo contribuire alla diffusione del suo patrimonio storico e spirituale».
Il sito, finora aperto solo in forma temporanea per la stagione primavera-estate, sarà oggetto di importanti lavori e dovrebbe aprire definitivamente nel 2028.
Reconversioni ancora limitate in Francia
Nonostante alcuni esempi di successo, in Francia le riconversioni delle chiese sconsacrate restano piuttosto rare, a differenza di quanto accade nei paesi nordici o anglosassoni, dove questa pratica è più diffusa. «Ogni anno vengono messe in vendita tra le dieci e le quindici chiese comunali o diocesane», spiega Édouard de Lamaze, presidente dell’Office du patrimoine religieux. Tuttavia, c’è stato un aumento delle cessioni di edifici religiosi privati appartenenti a congregazioni.
Secondo i dati della Chiesa, tra il 1905 e il 2015 sono state sconsacrate o vendute 255 chiese, di cui 140 comunali e 115 diocesane, una cifra che rappresenta solo lo 0,07% del patrimonio religioso francese.
Usi profani e polemiche
Alcune trasformazioni, però, hanno destato scalpore. Ad Angers, ad esempio, una chiesa è stata convertita in una discoteca, mentre a Rennes una vecchia chiesa delle clarisse è stata trasformata in un club di fitness. Il suo slogan provocatorio, «Brucia le calorie all’inferno», ha suscitato reazioni forti tra le comunità cristiane.
Il padre Gautier Mornas, responsabile del dipartimento di arte sacra presso la Conferenza episcopale francese, intervistato da La Croix ha precisato che la maggior parte di questi usi profani riguarda cappelle situate in centri urbani di grande valore commerciale, spesso vendute da congregazioni religiose ormai invecchiate e costrette a cedere le loro proprietà.
In conclusione, mentre la pratica della vendita e riconversione delle chiese sconsacrate in Francia è ancora marginale, essa solleva importanti interrogativi sul futuro del patrimonio religioso e sulla necessità di trovare soluzioni che rispettino sia la storia spirituale che le esigenze contemporanee.