La scienza della gentilezza: chi la coltiva vive più a lungo e si ammala meno

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Crea senso di identità, appartenenza e consenso a partire dalla qualità del proprio sapersi prendere cura dell’altro

La gentilezza è una provocazione sociale imprescindibile in un tempo in cui la violenza verbale, fisica ed economica dilagano; in cui il senso di appartenenza, di consenso e identità vengono costruiti in virtù della creazione di un nemico contro cui lottare, di un colpevole da condannare, di una controparte da schiacciare, criticare e giudicare.

Gentilezza viene etimologicamente da gens, un insieme di famiglie nobili romane, un clan i cui membri non erano di appartenenza esclusivamente biologica, ma che avevano precisi doveri di assistenza, cura e amore reciproci. Perciò in questo particolare momento storico è un valore particolarmente significativo quanto rivoluzionario, poiché la gentilezza crea senso di identità, appartenenza e consenso a partire dalla qualità del proprio sapersi prendere cura dell’altro. La gentilezza ci permette di passare dal paradigma egocentrico dell’io a quello altruistico del noi, ed è una condizione interiore e sociale a cui corrispondono qualità morali e attitudinali come cortesia autentica, garbo e grazia. Grandi assenti nel panorama politico e sociale internazionale. Attenzione, non si tratta di comportamenti formali esteriori, ma di un vero e proprio sentimento interiore profondo e autentico: è nobiltà d’animo capace di esprimere qualità e virtù elevate. Tuttavia, se fosse solo una questione etica o spirituale, si potrebbe pensare a qualcosa di superfluo o addirittura inutile per poter sopravvivere ai tempi che corrono. Ed è qui che il ruolo della scienza gioca un compito fondamentale, quello di farci capire che abbiamo largamente frainteso il pensiero di Darwin: “la specie che meglio si adatta al cambiamento è quella che ha maggiori chance evolutive”, che invece noi Sapiens abbiamo erroneamente interpretato come “sopravvive il più forte”, dando origine alla prospettiva evolutiva basata sulla competizione. E invece no. La vita su questa terra viene regolata da principi di cooperazione, interdipendenza e interconnessione. Sono questi a darci maggiori possibilità di poter sopravvivere, vivere e prosperare in questo pianeta (anziché cercare di abitarne un altro, mentre violentiamo la natura per nutrire una cupidigia senza limiti). Per questo è così importante coltivare valori come gentilezza, empatia, compassione, gratitudine, perché ci portano a comprendere livelli di interconnessione sempre più raffinati e funzionali. Dalla tua felicità dipende la mia felicità, dal tuo benessere dipende il mio benessere. Cos’è che sfugge alla comprensione? Eppure dovremmo avere il cervello più evoluto tra le specie che abitano questo pianeta.

Ma vediamo cosa dice la scienza riguardo alla gentilezza. I più recenti studi scientifici rivelano come i gesti di gentilezza non solo ci rendano più felici, ma possano anche migliorare il nostro stato di salute e creare un effetto positivo a catena nella società. La gentilezza è come un muscolo che possiamo allenare ogni giorno e il suo sviluppo incide, come risulta dagli studi dell’Università di Harvard, sulla lunghezza dei nostri telomeri, i cappucci dei cromosomi che la scienza usa come biomarcatori di longevità. In poche parole, chi coltiva la gentilezza vive più a lungo e si ammala meno. Questa biologia della gentilezza non lascia dubbi sul fatto che sia una strategia vincente sul piano personale, relazionale e sociale.

Una scienza della felicità
Uno studio del 2023 condotto dall’Università di Stanford ha dimostrato che i gesti di gentilezza hanno effetti immediati sui livelli di felicità, innalzando la produzione di dopamina e serotonina, gli “ormoni del benessere” del nostro cervello. Questa “ricompensa biochimica” avviene sia per chi riceve il gesto sia per chi lo compie, amplificando il senso di appagamento e riducendo lo stress. Inoltre, l’Università di Oxford ha osservato come atti di gentilezza migliorino anche l’autostima e rafforzino i legami sociali, riducendo il senso di isolamento e il rischio di depressione.

La gentilezza è contagiosa
Secondo un recente studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, la gentilezza si diffonde come un’onda positiva che può raggiungere decine di persone attraverso un semplice gesto. Ogni volta che assistiamo a un atto di gentilezza il nostro cervello risponde attivando le aree legate alla motivazione e alla connessione sociale. Questo “contagio” gentile genera una reazione a catena che rende l’ambiente più solidale e cooperativo. I ricercatori hanno scoperto che un semplice atto gentile può estendersi fino a tre livelli di separazione, coinvolgendo persone che non hanno mai avuto contatto diretto con chi ha iniziato la catena.

Piccoli gesti, grandi risultati: l’impatto fisico della gentilezza
Le ricerche condotte dall’Università della California – Berkeley evidenziano anche il legame tra gentilezza e salute fisica. Gli studi hanno rivelato che persone impegnate in atti di gentilezza, anche minimi, hanno livelli più bassi di cortisolo, l’ormone dello stress, e una pressione sanguigna più stabile. Sembra che anche gesti come sorridere a uno sconosciuto, aiutare un collega o ringraziare con sincerità possano attivare una risposta di rilassamento che rafforza il sistema immunitario e rallenta i processi infiammatori.

Gentilezza in azienda: il segreto per un ambiente positivo e produttivo
La gentilezza è diventata un valore strategico in molte aziende, con effetti sorprendenti. Secondo un’analisi del 2024 pubblicata su Harvard Business Review, un ambiente di lavoro in cui si valorizzano rispetto e gentilezza registra un aumento del 13% nella produttività e una riduzione del 25% nel turnover del personale. L’Università di Yale ha confermato che i dipendenti che si sentono rispettati e supportati sono più motivati, resilienti e collaborativi. Promuovere una cultura aziendale basata sulla gentilezza, dunque, non è solo una scelta etica, ma una strategia che migliora il benessere generale e i risultati aziendali.

La gentilezza per costruire una società più sana
A livello universitario nel 2022 abbiamo dato vita al primo Master di I livello sulla Gentilezza nella relazione di cura in età pediatrica, promosso dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer e dall’Università degli Studi di Firenze-Dipartimento NEUROFARBA.
Inoltre, nel 2023 è stato accreditato dal Ministero dell’Istruzione il primo corso di educazione alla gentilezza, che ho curato insieme a Felicia Cigorescu e Valeria Pompili, in collaborazione con Giunti EDU, rivolto a insegnanti e educatori della scuola primaria e della scuola dell’infanzia. E nel 2024 abbiamo inaugurato insieme a UNICOOP il progetto “Comunità Gentili”, con l’adesione di oltre 200 istituti ai programmi sulla gentilezza nelle scuole elementari, medie e superiori. Crediamo che la scuola, luogo di formazione per eccellenza, sia il contesto ideale dove sperimentare un cambiamento gentile e il punto di partenza per l’esplorazione di un nuovo modo di stare nel mondo. Studi condotti dall’Università di Cambridge suggeriscono che insegnare ai bambini e agli adolescenti il valore della gentilezza migliora il loro benessere psicologico, promuovendo comportamenti prosociali e riducendo episodi di bullismo e conflitti interpersonali. Educare alla gentilezza non è solo una buona pratica, ma una necessità per costruire una società più coesa e resiliente.
Questo principio è alla base del Movimento Internazionale della Gentilezza, nato in Italia nel 2020 sull’onda del libro che ho scritto con la scienziata di Harvard Immaculata De Vivo, Biologia della gentilezza, e oggi operativo nel nostro Paese grazie all’impegno dell’Organizzazione di Volontariato My Life Design e a livello internazionale grazie all’International Kindness Movement, con l’intento di diffondere tra gli individui, nelle imprese, in enti e istituzioni il valore della gentilezza. Ma non soltanto parlandone attraverso attività di divulgazione, come i festival della gentilezza e gli incontri tematici che abbiamo organizzato in questi anni, ma anche con l’obiettivo principale di declinare questo importante valore in progetti concreti, capaci di generare un tangibile impatto sociale.

Per questo sono nate molte iniziative, oltre 70 ad oggi, che hanno abbracciato diversi ambiti di intervento, dall’educazione all’ambiente, dal benessere allo sport, dalla cultura alla giustizia, con un impatto su oltre 350.000 persone e con più di un centinaio di realtà profit e non profit coinvolte, tra librerie, hotel, ristoranti, negozi e attività commerciali, aziende, associazioni, parchi, scuole, università, ospedali, carceri, ATS, enti pubblici. Una delle attività di punta è il progetto dei Comuni Gentili, che vede all’attivo 60 Comuni italiani e una Provincia. L’iniziativa è volta a incentivare la crescita delle realtà aderenti in linea con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, con l’obiettivo di valorizzare la relazione tra istituzione, cittadino, territorio e natura attraverso la promozione di una nuova educazione alla consapevolezza e al benessere individuale, relazionale e collettivo.

Sul piano internazionale aderiscono al Movimento la Repubblica di San Marino, primo Stato Gentile, e Nika Island, alle Maldive, prima Isola Gentile al mondo. Inoltre, a Casa Batlló, a Barcellona, patrimonio UNESCO e migliore visita culturale al mondo, si sta sviluppando un particolare progetto legato alla gentilezza, così come in Svizzera, è attivo un progetto che vede coinvolti gli ospedali di Locarno, in cui è applicato anche un test psicometrico che misura la gentilezza nelle organizzazioni, sviluppato in collaborazione con Giunti Psychometrics.
Tutte iniziative concrete, atte a integrare la gentilezza nel tessuto sociale come stile di vita e reale motore di cambiamento.

La scelta della gentilezza
Oggi sappiamo che la gentilezza è una forza reale, capace di migliorare la nostra vita e quella degli altri, creando un effetto a catena che può trasformare intere comunità. Non servono gesti straordinari: bastano piccoli atti, come un sorriso, un ringraziamento o una parola di incoraggiamento, per diffondere questo valore e contribuire a un mondo più umano.