L’indagine si rende necessaria – è scritto nel Decreto – per risolvere problemi di diversa natura (teologica, disciplinare, istituzionale, ecclesiale e patrimoniale) che riguardano il Movimento Apostolico. La visita apostolica, che dovrebbe cominciare già dal prossimo 13 ottobre, intende, quindi, fare chiarezza, in particolare, sulla “effettiva autenticità” dei fenomeni soprannaturali, sulle modalità di esercizio del ministero da parte dei sacerdoti che aderiscono alla spiritualità del Movimento, sull’organizzazione, sull’incompletezza normativa dello Statuto, sul discernimento vocazionale e sulla gestione dei beni.
Nel rendere pubblico l’atto della Santa Sede, l’arcivescovo Bertolone ha ripercorso alcuni brevi passaggi che hanno portato ad un intervento diretto da parte della Congregazione romana. D’altronde, non vi è mai stata una indebita ingerenza da parte di mons. Bertolone, che ha sempre agito con animo di padre e di Pastore. Fin dal 2014, infatti, l’ex Sant’Uffizio domandava la nomina di una commissione teologica per alcune questioni di natura dottrinale interni al Movimento, e mons. Bertolone chiedeva di soprassedere fiducioso di poter offrire quanto richiesto a tempo debito. Nel 2019, poi, è arrivata la richiesta da parte della Congregazione di avere informazioni circa la storia del Movimento Apostolico, degli Statuti, della sua conduzione, sia attuale che passata. E anche in questo caso mons. Bertolone ha provato a mediare, ma invano.
Ma è la speranza, come sempre, a caratterizzare il discorso dell’arcivescovo Bertolone. «La Chiesa – ha concluso – è dei piccoli, perché ascoltano la sua voce e vivono di quella, con cuore puro anche se vulnerabile. Quando la sentono, chiunque parli, si emozionano, si commuovono, rinascono…. Fino a che ci sono questi, la Chiesa vive, è al sicuro: i peccati possono essere espiati e le ferite guarite, se ci si nutre di preghiera, di sano e serio discernimento e voglio evidenziare che il richiamo alla preghiera non è una scappatoia, un segno di debolezza, o una via di uscita innocua, ma il convincimento che solo lo Spirito Santo invocato sinceramente, umilmente con insistenza, può illuminare, guidare…sanare, purificare». Mons. Bertolone ha pure consegnato ai sacerdoti e ai laici una Lettera dal titolo: “Magistero, carismi, rivelazioni private, alcuni principi teologici per l’azione pastorale nella Chiesa”.
Nel testo è messo in evidenza il rapporto tra carismi, ministeri e autorità episcopale: «nessun dono carismatico – si legge nel documento redatto da Bertolone – può autorizzare o chiedere la disobbedienza o dispensare di sottomettersi ai Pastori della Chiesa, né può conferire il diritto a svolgere un ministero in autonomia dai doni gerarchici». C’è una domanda che risuona in questa vicenda e che mons. Bertolone consegna a tutti, quale invito alla riflessione e alla preghiera: «che cosa accadrebbe se si pregasse e si riflettesse di più, si mormorasse di meno e si agisse evangelicamente?».