In questa Domenica della Parola di Dio, che celebriamo da tre anni per volere di Papa Francesco, è sottolineato il significato della Parola di Dio per la vita personale e delle comunità. La Chiesa, come afferma la Dei Verbum, ha sempre venerato le Divine Scritture come il Corpo stesso del Signore, non mancando mai, soprattutto nella sacra Liturgia, di nutrirsi del Pane della vita alla doppia mensa: quella della Parola di Dio e quella del Corpo di Cristo (DV 21). Nella Sacra Scrittura, così come nell’Eucaristia, la Chiesa riconosce, trova, incontra, accoglie e assimila il Corpo del Signore, si edifica e avanza nel cammino.
La Domenica della Parola ci aiuta a prendere sempre più coscienza di questa realtà che segna l’autenticità dell’esperienza cristiana. La fede, infatti, non nasce da una ricerca umana di Dio, non deriva dai desideri che portiamo nel cuore e ai quali tentiamo di dare una risposta, ma ha origine dalla decisione libera di Dio di venire in cerca dell’uomo, di rivelarsi a lui, di chiamarlo alla comunione con Lui, di renderlo partecipe della stessa vita divina. (Cfr. Luciano Monari, Lettera Pastorale 2008-2009, Brescia) L’ascolto della Parola invita ciascuno, personalmente e comunitariamente, ad una risposta.
Papa Francesco, indicendo questa Domenica, ha chiesto di trovare il modo per viverla come un giorno solenne, analogamente a quanto si fa per la Festa del Corpo e Sangue del Signore. Un gesto evocativo è quello dell’intronizzazione del testo sacro, del lezionario, così da rendere evidente all’assemblea il valore che la Parola di Dio possiede. Si tratta di esprimere visivamente una profonda sensibilità che il Beato Giacomo Alberione ha trasmesso con particolare intensità alla Famiglia Paolina, al suo interno e per il suo apostolato. Troviamo tra i suoi scritti questa affermazione rivolta alle Figlie di San Paolo: “Si sta molto parlando della intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù nelle famiglie: Voi stabilite in ogni casa anche il Vangelo. Gesù sia in ogni famiglia, a lui ricorrano i membri per luce, aiuto, consiglio, guida” (FSP 34, p.83).
Beato chi ascolta la Parola di Dio (Lc 11,28) è il testo scelto dal Papa per la Domenica della Parola di Dio di quest’anno. Come sottolinea l’arcivescovo Rino Fisichella, “pur lasciando lodare sua mamma, Gesù indirizza oltre lo sguardo dei credenti. Con la proclamazione della beatitudine unisce l’ascolto della Parola di Dio con la sua messa in opera. Un duplice orizzonte si apre davanti a noi. Da una parte, l’esistenza cristiana si caratterizza per l’ascolto della Parola di Dio. In essa viene offerto un senso così profondo che aiuta a comprendere la nostra presenza tra le alterne vicende del mondo… Dall’altra parte, il solo ascoltare la Parola di Dio non basta. Gesù aggiunge un verbo determinante che comporta il ‘conservare’ in sé questa Parola con la sua osservanza. È costitutivo dell’annuncio cristiano la sua testimonianza fattiva”.
La Chiesa è sempre in cammino e il suo viaggio comincia ogni volta dall’Eucaristia, in cui è chiamata a imparare lo stile umile e generoso di Gesù: “Fate questo in memoria di me”, egli ci dice. Il percorso prosegue in sinodalità, la forma di corresponsabilità e di scelta che coinvolge tutti i battezzati. La Parola di Dio è la bussola del cammino sinodale, del percorso verso la celebrazione dell’XI Capitolo generale della Società San Paolo, del nostro operare nella cultura della comunicazione, è l’orientamento sicuro sulla strada della vita per arrivare alla comunione piena dei fratelli e delle sorelle in Cristo. La Domenica della Parola ci fa scoprire la ricchezza della nostra fede.