Il Papa alla diocesi di Roma: «Aprite le case ai senza tetto»

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In vista del Giubileo il Pontefice chiede un segno concreto di amore verso i più disagiati e chiama ordini religiosi e parroci a occuparsi dell’accoglienza sia dei pellegrini che di chi sta in strada

Un lettera breve con un obiettivo chiaro: trovare un tetto a chi non ce l’ha. Papa Francesco, da vescovo di Roma, scrive alla sua diocesi e chiede «ai Superiori degli Ordini Religiosi, ai legali rappresentanti degli enti ecclesiastici, ai parroci e al clero» di «dare un segno tangibile di attenzione alle problematiche abitative affinché, accanto all’ accoglienza rivolta a tutti i pellegrini che accorreranno, siano attivate forme di tutela nei confronti di coloro che non hanno una casa o che rischiano di perderla».

Richiamando le tre «t» a lui care, terra, tetto e trabajo (lavoro), «tre diritti inviolabili» spiega che nella Bolla di indizione del Giubileo dedicato alla speranza, ha chiesto a tutti di essere «segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio». Perché «la speranza  nasce dall’amore e dal sentirsi amati». E l’amore di Dio come «affermava il Beato Don Pino Puglisi» arriva «sempre tramite qualcuno». E allora Francesco, ricordando che «le istituzioni e le amministrazioni ai vari livelli, insieme alle associazioni e ai movimenti popolari, si stanno organizzando per rafforzare la risposta di accoglienza e di solidarietà verso questi fratelli e sorelle» chiama anche la Chiesa a contribuire.

«Chiedo a tutte le realtà ecclesiali», scrive il Pontefice, «di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione, soprattutto chi possiede strutture ricettizie o appartamenti liberi. Le persone da accogliere saranno seguite dalle istituzioni e dai servizi sociali, mentre le associazioni e i movimenti popolari forniranno i servizi alla persona, le attività di cura e i beni relazionali che contribuiscono in modo fondamentale a rendere l’accoglienza degna e a costruire fraternità». Il tutto sarà coordinato dal vicario generale della Diocesi di Roma, il cardinale Baldassare Reina.