Un miracolo compiuto per intercessione del beato Carlo Acutis è stato riconosciuto da papa Francesco, e pertanto, in data da definire, egli sarà proclamato santo, passando così dal culto locale, che è proprio dello status di beato, al culto universale che caratterizza i santi canonizzati.
Quello che ho potuto registrare ad Assisi in questi anni supera ogni previsione. Ormai a migliaia e migliaia, e da tutto il mondo, giungono i pellegrini a questo Santuario che è l’ultimo ad essere stato eretto, anche se le sue radici affondano nel primo cristianesimo assisano (il Santuario coincide con il vescovado e la chiesa di Santa Maria Maggiore, antica cattedrale di Assisi) e nel primo francescanesimo. In questo Santuario il Poverello visse le prime battute della sua conversione, spogliandosi fino alla nudità per dire che Gesù valeva ben più delle monete di Bernardone.
Sulle sue orme, ma con un tratto tutto suo, Carlo porta lo stesso messaggio. Di famiglia benestante, amante della vita, della natura, degli animali, dello sport, insomma del bello in tutte le sue forme, e potendosi permettere una vita agiata, si trova, nel fiore dell’età, ad essere spogliato di tutto. Il mondo crolla con la sua leucemia fulminante. Non gli rimane che Gesù, quel Gesù che egli aveva scoperto soprattutto nella presenza eucaristica, diventandone un testimone appassionato e coinvolgente. La sua mostra dei miracoli eucaristici ha fatto il giro del mondo. Francesco si spogliò. Carlo fu spogliato. Entrambi hanno fatto a gara, in due tempi e modi diversi, per additare il cuore dell’annuncio evangelico, quello di un Dio-Amore che non esita a “spogliarsi” della sua gloria, per farsi, nel suo Figlio Gesù, uno di noi, fino alla morte di croce.