Nell’attuale situazione di pandemia, segnata da un aumento della precarietà, «occorrono decisioni politiche coraggiose, ma altrettanto essenziali sono la solidarietà e l’amicizia sociale»: questo appello è al centro del messaggio per il 2021 di fratel Alois, priore della comunità di Taizé, intitolato «Sperare nel tempo favorevole e sfavorevole». «Molti sono pronti a servire gli altri, la loro generosità ci ricorda che l’aiuto reciproco apre una strada per il futuro — scrive Alois — e quanti giovani stanno investendo le proprie energie nella salvaguardia della nostra casa comune, che è il pianeta!»
Si nota in particolare l’emergenza di «molteplici iniziative che, senza fornire tutte le risposte all’emergenza climatica, stanno già permettendo l’avanzare verso stili di vita più rispettosi dell’ambiente». Le persone sono diventate più consapevoli delle strutture d’ingiustizia, a volte ereditate dal passato, perché «sfortunatamente, il potere non è sempre stato esercitato per servire il bene di tutti». Di fronte a tali abusi, «la frustrazione e la rabbia sono comprensibili», commenta il responsabile della comunità ecumenica, chiedendosi: «chi avrà l’audacia di essere artigiano di giustizia e di pace, al di là delle divisioni nelle nostre società?».
In mezzo alle difficili realtà dei giorni nostri, tuttavia, «è possibile scorgere ragioni di speranza». «La gioia si rinnova quando viviamo la fraternità, quando siamo vicini ai più bisognosi: persone senza casa, anziani, malati o soli, bambini in difficoltà, persone con disabilità, migranti», afferma il priore di Taizé, secondo il quale «la pandemia rivela le debolezze della nostra umanità». Più che mai, abbiamo bisogno l’uno dell’altro, prosegue fratel Alois, auspicando che, nelle relazioni tra le persone e tra i popoli, si faccia «tutto il possibile per passare dalla competizione alla cooperazione», sostenendo in particolare organizzazioni o associazioni che promuovono la cooperazione e la solidarietà, a livello locale, nazionale e internazionale.
Obiettivo è anche di invitare ognuno a «discernere un nuovo orizzonte» che si apra al di là della violenza, dei disastri ambientali e delle malattie. «Saremo in grado di discernerlo?», si interroga fratel Alois. Da questo orizzonte «svelato dalla risurrezione di Cristo», prosegue, «una luce entra nella nostra esistenza», che «ancora e per sempre, dissipa l’ombra della paura, fa sgorgare una sorgente, e scoppia la gioia della lode». Allora, «possiamo percepire che, segretamente, come per un’attrazione misteriosa, Cristo continua fino alla fine dei tempi a riunire nell’amore di Dio tutta l’umanità e l’intero universo, e ci associa alla sua missione».
di Charles de Pechpeyrou