(Maggiora, 23 febbraio 1898 – Novara, 1º luglio 1988),
107º arcivescovo di Messina, membro IGS, Servo di Dio.
Nato a Maggiora (Novara), il 23 febbraio 1898, da una modesta famiglia di lavoratori dei campi, a causa della fragile situazione economica il padre fu costretto a lasciare la famiglia emigrando negli U.S.A. dove rimase per circa 10 anni. Venne avviato dapprima al seminario dell’isola di San Giulio, nel lago d’Orta, e poi in quello di San Carlo in Arona, dove incontrò, come padre spirituale, don Silvio Gallotti. Ricevette il diaconato a Novara, il 26 maggio 1921 dal vescovo diocesano mons. Gamba, e il 26 giugno successivo fu ordinato presbitero nella cappella privata dell’Episcopio di Novara.
Giovane sacerdote, fu destinato a Galliate, dove iniziò a svolgere la sua attività nell’ambito giovanile. Nel 1927 si accentuò in lui la disponibilità ad un lavoro nell’ambito della diocesi, così entrò a far parte dell’associazione degli Oblati dei Santi Gaudenzio e Carlo, da poco costituita su iniziativa di don Gallotti, e vi emise “professione perpetua” nel 1929. Il suo primo impegno fu, per alcuni anni, quello di assistente diocesano di Azione Cattolica, e in tale periodo di intensa attività incontrò ragazzi che avrebbero avuto poi rilievo nella vita nazionale, tra i quali Oscar Luigi Scalfaro.
Nel 1942 fu nominato rettore del santuario di Varallo. Fu richiamato a Novara, nel 1946, con l’ufficio di pro-vicario generale della diocesi stessa.
Nel 1954, all’età di 56 anni fu scelto da papa Pio XII, su segnalazione del vescovo diocesano Gilla Grimigni quale candidato all’ufficio di vescovo coadiutore dell’anziano vescovo di Agrigento, Giovanni Battista Peruzzo. Così l’8 marzo 1954 fu eletto vescovo titolare di Vartana e vescovo coadiutore Sedi datus del vescovo di Agrigento, e il 2 maggio dello stesso anno venne consacrato vescovo a Novara. Esercitò il suo ministero pastorale nella diocesi di Agrigento per sette anni: compì due visite pastorali, promosse riunioni del clero e celebrazioni liturgiche in tutti i paesi della vasta diocesi, si adoperò per la ricostruzione di edifici sacri, per il seminario diocesano, per il museo diocesano.
Il 22 ottobre 1960 venne eletto vescovo di Caltagirone dal papa Giovanni XXIII e il 21 gennaio 1961 prese canonico possesso della diocesi. A lui si devono tutte le pratiche relative all’erezione della nuova parrocchia della Sacra Famiglia, che volle restasse come ricordo del Concilio Ecumenico Vaticano II. Accolse la salma di don Luigi Sturzo, perché fosse tumulata nella chiesa del SS. Salvatore.
Il 25 giugno 1963, essendosi dimesso il venerando arcivescovo di Messina Angelo Paino, fu promosso da papa Paolo VI alla sede metropolitana di Messina, assumendo il titolo annesso di Archimandrita del SS. Salvatore. Anche a Messina, come ad Agrigento, volle esercitare, con una lettera, un’azione di stimolo sulle pubbliche autorità affinché maggiormente e più efficacemente provvedessero ai bisogni delle periferie. Cercò di arginare l’emorragia di vocazioni all’ordine sacro e i malesseri che alcune interpretazioni dei documenti conciliari provocavano in quegli anni presso taluni settori della comunità ecclesiale.
Raggiungendo nel 1973 l’età di 75 anni, presentò al papa la richiesta di dimissioni dal governo pastorale della diocesi per raggiunti limiti di età. Esse vennero respinte, nonostante l’annuale rinnovazione, fino al 1976 quando venne nominato come suo Coadiutore “cum jure successionis” l’arcivescovo Ignazio Cannavò. Il 3 giugno 1977, in occasione del Solenne Pontificale in onore della Madonna della Lettera, affidò il pastorale al suo successore, Ignazio Cannavò, che da quel momento prese canonico possesso dell’Arcidiocesi. Il 16 luglio dello stesso anno lasciò Messina, accompagnato e salutato al porto dal nuovo Pastore, al quale chiese la benedizione prima di congedarsi.
Tornò quindi al santuario del Sacro Monte di Varallo, di cui era stato rettore. A causa del peggiorarsi della propria salute fu costretto a trasferirsi a Novara, presso la Casa degli Oblati. Il 26 giugno 1988 celebrò per l’ultima volta l’eucarestia in occasione del suo 67º anniversario di ordinazione presbiterale, e morì il 1º luglio 1988, all’età di 90 anni. Le sue spoglie riposano nella Basilica Cattedrale di Messina. Recentemente, dal suo successore, l’Arcivescovo e Archimandrita Giovanni Marra, è stata aperta la sua causa di Beatificazione e Canonizzazione. Per questo motivo gli spetta il titolo di Servo di Dio. Materiale documentale e testimonianze vengono raccolte dall’Associazione Amici del Servo di Dio Mons. Francesco Fasola che ha sede nella Parrocchia di Sant’Antonio di Piazza Armerina (EN). L’attuale Arcivescovo Metropolita di Agrigento, Mons. Francesco Montenegro, fu per lunghi anni suo segretario particolare durante la sua permanenza nella sede di Messina.