DON PASQUALE DI STANTE
(n.Montecilfone (CB) 6/1/34 + Roma 2/9/2017
Don Pasquale Di Stante è deceduto sabato 2 settembre nell’ospedale Vannini di Roma. E’ stato un sacerdote molisano giunto a Tivoli dove ha ricoperto vari ed importati servizi pastorali e compiti impegnativi che ha saputo svolgere con vivo senso di responsabilità e generosità.
Nato a Montecilfone il 6 gennaio 1934, in provincia di Campobasso e Diocesi di Termoli, egli fu ordinato sacerdote nella Cattedrale di Termoli il 5 aprile 1959. Da lì, dopo qualche anno di ministero, giunse a Roma dove, pur abitando presso le Parrocchie di Prima Porta e di Settecamini, compì gli studi per conseguire la Laurea in lettere e quindi dedicarsi all’insegnamento dapprima a Subiaco – presso l’Istituto Magistrale – e poi a Tivoli dove nel 1970 fu accolto dal compianto Mons. Giglielmo Giaquinta che, il 4 gennaio 1975, lo incardinò nella nostra Diocesi.
Don Pasquale svolse dapprima il ministero parrocchiale nella piccola parrocchia di S. Stefano in Montorio in Valle, poi, per circa 11 anni, a Mandela e da lì fu chiamato dal Vescovo a Tivoli dove fino al 2001 fu Parroco della Cattedrale, Economo diocesano, Direttore delle Pontificie Opere Missionarie e Vicario foraneo.
Dopo aver lasciato vari incarichi si laureò anche in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Salesiana e divenne pure Avvocato Rotale. Fu Vicario Giudiziale della Diocesi, Procuratore presso vari Tribunali ecclesiastici regionali e Rettore della chiesa di S. Anna, in Tivoli.
La sua è stata una vita attiva fino alla fine. Una vita sacerdotale che ha conosciuto anche momenti di fragilità riguardo alla salute, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, ma fasciata sempre da umiltà, dignità e semplicità di cuore pur avendo interiorizzato nella sua mente e nel suo cuore, come abbiamo avuto modo di capire dai suoi studi e dai delicati compiti svolti, una grande sapienza e molteplici interessi…
Come un po’ tutti i sacerdoti appartenenti all’Istituto Gesù Sacerdote (don Pasquale vi faceva parte già dal 1977) manifestava vivissima gratitudine per aver ricevuto il dono di professare i Consigli Evangelici di povertà, castità e obbedienza nella grande Famiglia Paolina, fondata da don Alberione con la stimolante e arricchente proposta della spiritualità di san Paolo. Attribuiva anche alla spiritualità paolina e ai molteplici apostolati inculcati da don Alberione il suo interesse per vari ambiti della cultura e per la sua straordinaria generosità in molteplici attività apostoliche.