DON GIUSEPPE CALI’
(n. a Vittoria (RG) l’8/6/1927 + Vittoria il 12/3/2023)
Padre Giuseppe Calì il prossimo giugno avrebbe compiuto 96 anni. Era nato a Vittoria l’otto giugno del 1927, sin da piccolo manifestò subito la volontà di voler frequentare il seminario.
Lì completò gli studi e il 29 giugno del 1953, fu ordinato sacerdote da Mons. Ettore Baranzini, arciprete della cattedrale di Siracusa. Il 3 luglio dello stesso anno, ha celebrato la sua prima messa a Vittoria, nella chiesa di S. Giovanni Battista, assieme a mons. Sebastiano Rosso, che successivamente divenne vescovo di Piazza Armerina.
Nello stesso periodo in cui la Madonna lacrimò a Siracusa, in una casa di gente umile, fu assegnato a Palazzolo Acreide, dove rimase per due anni come vice parroco.
Nel 1956 fu destinato a Canicattini Bagni, dove rimase fino al settembre dello stesso anno e poi fu assegnato a Vittoria.
Sul finire degli anni ’50 Ragusa diventò sede di diocesi e Mons. Francesco Pennisi ne fu il primo vescovo. In quel periodo decise di creare sette parrocchie a Vittoria al posto delle tre già esistenti. Dal territorio parrocchiale del Sacro Cuore, per iniziativa del parroco dell’epoca mons. Giuseppe Gurrieri, furono create due nuove parrocchie: SS. Rosario e S. Giovanni Bosco.
Padre Calì fu assegnato proprio alla parrocchia del Santissimo Rosario, edificata il 24 giugno 1956, di cui prese possesso canonico nel mese di settembre. Dal 1956 al 1963 il neo parroco, con le offerte dei fedeli e i contributi della Regione Siciliana, riuscì a fare costruire dapprima i locali parrocchiali: un saloncino, la canonica e due aule per il catechismo, mentre fu lasciata come spazio destinato all’edificazione futura della chiesa, un’area rettangolare di circa m. 10,50 x 18,00 fra le vie: Vicenza e Fratelli Briganti.
Insegnante di religione presso il Liceo Classico “ R. Cancellieri” ha avuto tra i suoi allievi Giuseppe Areddia, che allorché ottenuto il diploma nel 1958, ebbe a comunicare a don Calì la decisione di voler diventare architetto iscrivendosi al Politecnico di Milano e si sentì dire dal suo insegnante: “ bene, ti farò realizzare la mia Chiesa” . E così fu.
Il 23 febbraio 1970 il parroco Calì ottenne da parte del Ministero LL.PP. la promessa di finanziamento della somma di 40 milioni di lire per il completamento della Chiesa. La data del 18 maggio 1971 infatti è quella del progetto della CHIESA PARROCCHIALE, approvato dalla Commissione Centrale di Arte Sacra di Roma, a firma del suo allievo Giuseppe Areddia. Già da monsignore riuscì ad inaugurare e benedire con la cerimonia solenne la sua chiesa, sia pure incompleta, il 27 giugno del 1976 e lì continuò infaticabile la sua opera fino al 1978, allorché fu chiamato da arciprete presso la Chiesa Madre di S. Giovanni Battista.
Il 29 giugno del 2003 proprio nella Chiesa Madre è stato celebrato il suo Giubileo Sacerdotale per i 50 anni di sacerdozio. La sua attività pastorale non si è fermata neanche dopo il suo collocamento a riposo, tanto è vero che sia con Mons. Pirillo, sia con Mons. Converso, aveva la disponibilità di un suo ufficio presso i locali della basilica dove riceveva la gente.
Tante sono state le espressioni di dolore e di compianto dell’intera Cittadinanza. I cittadini di Vittoria non dimenticheranno mai il valore della sua continua, intelligente e zelante azione religiosa e pastorale. Azione forte e coraggiosa che guardava alla dimensione umana come punto d’approdo di ogni confronto civile e religioso.
Fin dal 1968 don Giuseppe aveva professato i Consigli Evangelici nell’Istituto Gesu’ Sacerdote, fondato dal Beato don Alberione, fondatore anche di tutte le Congregazioni e gli Istituti della Famiglia Paolina.
Finché la salute lo ha accompagnato ha sempre partecipato ai Corsi di Esercizi Spirituali programmati dall’IGS. Mentre per i Ritiri, rimanendo Vittoria un po’ lontana da Agrigento e da Palermo dove si svolgevano i Ritiri, i vari Responsabili dell’IGS si recavano periodicamente da lui per vivere assieme anche a don Vittorio momenti di spiritualità e vivissima fraternità
Sentiva molta riconoscenza per il grande dono ricevuto professando i Consigli Evangelici nell’IGS, per la solida spiritualità paolina che lo aiutava a ravvivare e custodire la comunione con Cristo (Parola ed Eucarestia), la devozione a Maria, Regina degli Apostoli e soprattutto la ricerca di autorevolezza e professionalità nello svolgere con zelo apostolico paolino i vari compiti che gli venivano affidati.