don giovanni gentilini

Ricordiamoli
DON GIOVANNI GENTILINI
(n. a Brisighella-Ravenna 1/1/1920 + Pistoia 19/12/2017)
Ordinato sacerdote il 29 giugno del 1944 è stato per molti anni parroco alle Grazie di Saturnana. Il 1 ottobre 1962 fu trasferito alla parrocchia di San Felice. Il 1 dicembre 1971 prende servizio come cappellano all’Ospedale di Quarrata.
Il 1 luglio 1974 fu nominato parroco a Sarripoli, dove è rimasto fino al termine del suo servizio. Grande uomo di cultura, trattava con padronanza il greco e il latino, è stato per molti anni insegnante di lettere al seminario vescovile di Pistoia, dove ha ricoperto anche il ruolo di bibliotecario.
Nell’omelia pronunciata per le esequie in Seminario, il vescovo Tardelli ha tracciato il profilo di don Gentilini: «uomo di Dio che ha compiuto fedelmente la sua missione, ciò per cui era nato, nella semplicità dei modi, con l’acutezza della sua intelligenza, col suo spirito indomito, con la sua fede ardente».
Il ministero di don Giovanni si è svolto in umile discrezione. «La vita di don Gentilini – ha aggiunto il vescovo – credo si possa accostare bene a quella di Maria. Egli ha compiuto la sua missione, apparentemente in una posizione modesta e secondaria, quasi appartato: prima parroco a Saturnana, poi a San Felice, infine, per lunghissimi anni a Sarripoli. La sua vita laboriosa unita alla sua intelligenza, lo ha fatto espertissimo conoscitore di latino e greco. Poteva forse essere stato grande, agli occhi del mondo. Invece ha semplicemente fatto ciò che gli è stato chiesto, con umiltà e dedizione. In questo modo però possiamo ben dire sia stato un vero strumento nella mani di Dio, lasciando una traccia profonda in chi l’ha conosciuto- (…) Ringraziamo davvero il Signore per il dono di questo prete che ha esercitato in modo davvero ammirevole il ministero sacerdotale».
Tanti laici, compreso il senatore della Repubblica, Vannino Chiti, suo grande amico, hanno messo in risalto il modo illuminato con cui Don Giovanni ha fatto il parroco rendendo fecondo il suo ministero: ha saputo avvicinare i ragazzi, i giovani, gli adulti alla vita della Chiesa e al messaggio della fede. Al tempo stesso sapeva occuparsi delle loro vicende quotidiane: la scuola, la conoscenza di città italiane, che era stata a lungo impedita a tante persone per la povertà esistente nei paesi negli anni successivi al secondo conflitto Mondiale. Il rapporto di tanta gente da lui incontrata è rimasto costante e proficuo di bene, perché ha saputo coltivare e manifestare una mente e atteggiamenti molto aperti, illuminati e profondamente umani.
Molta parte di questo suo stile semplice, ma ricco di umanità, di ascolto e dialogo con tutti, derivava anche dall’aver professato i Consigli Evangelici nell’Istituto Gesù Sacerdote, fondato dal Beato don Giacomo Alberione di cui don Giovanni era membro fin dal 1981 e che fa riferimento a San Paolo Apostolo. La spiritualità paolina aiuta a interiorizzare e trasmettere gli importanti valori dell’universalità, della mistica apostolica e di una grande apertura mentale, portando il Vangelo di Cristo a tutti, valorizzando tutti i mezzi.
Don Giovanni Gentilini ha manifestato sempre viva gratitudine per questo dono ricevuto di professare i Consigli Evangelici nell’IGS e ha saputo testimoniare, svolgendo il suo ministero pastorale, i grandi valori della spiritualità paolina. Per questo tante persone, soprattutto laici, lo hanno stimato, apprezzato, amato.
Caro don Giovanni, a nome dei preti IGS della Toscana, ma anche d’Italia ti ringrazio fraternamente per la testimonianza di  umiltà, mitezza, lucidità mentale e per la tua partecipazione alla vita dell’Istituto Gesù Sacerdote, finché le forze ti hanno dato la possibilità di muoverti e poi con la preghiera e l’offerta di vita nella malattia. Prega per noi per i preti dell’IGS perché manifestino sempre autorevolezza, benevolenza verso tutti, lucida apertura mentale dialogando con tutti…  (Don Emilio, Delegato dell’IGS).