DON CIRO MIELE

Ricordiamoli

DON CIRO MIELE

(n. a Lucera 15/07/1968  + Roma 18/02/2025)

Ci ha lasciati Don Ciro Miele, sopraffatto dalla malattia: un terribile tumore alla pelle; il prossimo 15 luglio avrebbe compiuto 57 anni.

Dopo aver completato gli studi in Seminario, è stato ordinato sacerdote il 21 maggio 1995.

Era giovane, Don Ciro, e crediamo, tutti vogliamo crederlo, che non si sia arreso; avrà accolto l’invitabile con piglio battagliero, sulla barricata della vita, con la dignità di chi è consapevole di non avere sprecato la propria esistenza. Come responsabile dell’Istituto Gesù Sacerdote sono andato a trovarlo più volte e l’ho trovato sempre coraggioso e dignitoso, anche se accompagnava il dialogo con un significativo pianto liberatorio…

Don Ciro era prete profeta secondo il Vangelo: accanto ai valori della Chiesa e allo spirito pastorale che guidava il suo agire, in Don Ciro ardeva il fuoco di una vera passione civile, che lo aveva fatto giornalista e voce originale nel dibattito pubblico non solo locale. Nel 2009, ha fondato il sito di informazione Adesso il Sud, di cui è stato direttore responsabile. Tra le sue esperienze giovanili c’è stata anche quella radiofonica. Proprio in occasione dei 25 anni di Adesso, celebrati al Cenacolo San Marco, da tutti è stata evidenziata la sua intraprendenza, la sua sagacia e il suo modo diverso di vedere il giornalismo e anche la chiesa.

Incapace di stare fermo, aderiva senza sosta alla dottrina sociale, prodigandosi per gli ultimi; ed è sempre riuscito a offrire il suo contributo in termini di idee, prendendo posizione sulle problematiche che hanno afflitto il territorio, senza mai fare un passo indietro. Per questo motivo ha sofferto critiche, riprovazioni e anche persecuzioni

Con Don Ciro Miele scompare una figura autorevole; e sentiremo tutti la mancanza del suo punto di vista e della sua fierezza intellettuale.

Don Ciro era stato accolto nella diocesi ternana nel 1993 da mons. Franco Gualdrini. Nel suo ministero, ha servito come viceparroco a Narni e come parroco a Santa Maria dell’Oro a Terni. Oltre all’impegno pastorale, don Ciro era un giornalista pubblicista: oltre aver fondato e diretto la rivista “Adesso”, ha guidato l’ufficio stampa diocesano dal 2000 al 2002. È stato anche volto noto delle emittenti locali, conducendo rubriche su Canale 8 e Nuova Teleterni.

 Nel 2002, don Ciro è tornato nella sua terra d’origine, la Diocesi di Lucera-Troia, dove ha continuato il suo servizio pastorale per vari anni in una Parrocchia a Lucera. Poi parroco della chiesa “Santi Pietro e Paolo Apostoli” a Casalvecchio di Puglia dal 2 marzo 2019 fino alla sua scomparsa. Parallelamente, ha svolto ruoli significativi come delegato vescovile per i Problemi Sociali e collaboratore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali. La sua passione per la formazione lo ha portato a insegnare Teologia Fondamentale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Michele Arcangelo” di Foggia e di ecumenismo all’Istituto superiore interdiocesano di scienze religiose di Nola.

In tutti gli ambienti dove ha svolto il suo Ministero, don Ciro ha lasciato ricordi indelebili in quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo. Amava i giovani e aveva la passione per il giornalismo.

Dopo il ricovero nella Casa Sollievo della Sofferenza a dicembre era stato trasferito all’ospedale Villa San Pietro di Roma, per via di una malattia che non gli ha lasciato scampo e che Ciro ha affrontato con lo spirito battagliero che ha contraddistinto la sua esistenza.

L’amore per la Parola di Dio non l’ha mai abbandonato, accompagnandolo nel calvario di questi mesi. Sui social è rimasto in contatto con i suoi amici scusandosi per i prolungati silenzi: “Vi chiedo di comprendermi. I dolori lancinanti che si alternano a periodi di tregua mi impediscono di reagire ai messaggi ricchi di amore che mi arrivano e per i quali vi ringrazio. A presto! Vi voglio bene”. A piangerlo ora sono in tanti.

Anche Foggia piange la scomparsa di don Ciro Miele, sacerdote e giornalista, figura carismatica che ha saputo coniugare la fede con l’impegno sociale e l’informazione. La notizia della sua morte ha suscitato profonda commozione tra i fedeli, il mondo della comunicazione e l’ambito dell’antimafia sociale, realtà nelle quali don Ciro ha sempre avuto un ruolo attivo e appassionato.

Anche Daniela Marcone, esponente di Libera, ha voluto ricordarlo sui social, rievocando l’impegno condiviso per il territorio e la battaglia per la difesa del Tribunale di Lucera, poi chiuso nonostante gli sforzi. “Era stato anche volontario di Libera, consapevole che quella perdita avrebbe indebolito il nostro territorio. Una battaglia che perdemmo e che ci lasciò l’amarezza di vivere in una terra spesso abbandonata a se stessa. E allora, ci dicemmo, proviamo a fare di più la nostra parte, ciascuno nel suo quotidiano”, ha scritto Marcone nel suo commosso ricordo.

Don Ciro Miele lascia un’eredità spirituale e civile importante. Il suo impegno nella Chiesa e nel giornalismo ha sempre avuto come obiettivo il bene comune, la difesa della giustizia e la lotta per una società più consapevole e solidale. La sua figura rimarrà nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, un punto di riferimento per la comunità che oggi lo saluta con gratitudine e dolore.

Rimarrà soprattutto nel cuore dei membri dell’Istituto Gesù Sacerdote di cui faceva parte dal 1998. Aveva professato i Consigli Evangelici nell’IGS voluto dal Beato don Alberione fondatore della Famiglia Paolina.

Soprattutto nel cuore dei Consiglieri dell’IGS perché per due mandati era stato nominato Consigliere Nazionale. Ha sempre partecipato dando sempre un notevole contributo per la sua capacità di favorire un confronto dialettico illuminato e costruttivo. Pur con i suoi numerosi impegni ha sempre partecipato ai vari Incontri (Ritiri, Convegno, Esercizi…) programmati dall’Istituto.

Con umiltà sapeva manifestare gratitudine per la spiritualità paolina che lo ha molto sostenuto e guidato nello svolgere il suo Ministero con evangelica apertura mentale. La spiritualità paolina rifugge non solo da qualunque forma d’intimismo, ma anche da qualunque chiusura. E’ una spiritualità a finestre aperte, a orizzonti amplissimi; si affaccia con coraggio su tutta la realtà, anche quella negativa, e sa prendere le sue responsabilità di non lasciarsi vincere dal male, ma di vincere il male