DON CESARE FERRI
(n. Cartoceto (PU): 23/02/1931 + Fossombrone (PU): 15/06/2022)
Introducendo la Celebrazione per il funerale di don Cesare, presieduta dal Vescovo di Fano Mons. Trasardi, il Vicario Generale della Diocesi don Marco, ha presentato in modo veramente completo, profondo, e stimolante la vita di don Cesare Ferri. E ho ritenuto opportuno proporla per intero, precisando e rielaborando solo una dimensione particolare del suo Ministero e della sua Professione dei Consigli Evangelici nell’Istituto Gesù Sacerdote, voluto dal Beato don Alberione, Fondatore di tutti gli Istituti della Famiglia Paolina.
Don Cesare Ferri è nato a Cartoceto il 23 Febbraio 1931 ed è stato ordinato a Fano nel Monastero delle Benedettine il 23 agosto 1953.
Nel 1956 inizia a celebrare presso la parrocchia di San Biagio di Ripalta dove nel 1969 viene inaugurata la chiesetta fatta costruire da lui.
Dal 1965 al 1967 svolge il suo ministero anche a Bargni. Nel Dicembre 1986 lascia Ripalta che viene affidata alle cure del parroco di Cartoceto.
Il 24 Settembre 1988 viene nominato Cappellano dell’istituto “Palazzi Zavarise” a Fano. Con grande fedeltà si prodigherà nel servizio sino alla fine.
Contemporaneamente assume l’incarico di cancelliere vescovile.
Ma ciò che più di ogni altra cosa segna la vita di Don Cesare e impegnerà le sue energie e quasi tutto il suo ministero, sarà il suo incontro con don Stefano Lamera e il suo rapporto con l’Istituto Gesù Sacerdote e con l’Istituto Santa Famiglia. Una bellissima storia che comincia il 29 Agosto 1971. Dopo aver partecipato ad un corso di esercizi a Camaldoli, entra a far parte insieme ad altri presbiteri fanesi, dell’Istituto Gesù Sacerdote appartenente alla Famiglia Paolina.
Per tanti anni don Cesare è stato anche Consigliere dell’Istituto Gesù Sacerdote e come Responsabile devo testimoniare che ha manifestato sempre un vivo senso di appartenenza all’Istituto, partecipando con fedeltà a tutti gli Incontri (Convegni, Esercizi, Ritiri…): potremmo dire fino all’ultimo mese della sua vita, anche quando la sua salute era diventata molto precaria.
E’ importante sottolineare che non solo a Spicello, ma soprattutto don Stefano Lamera lo aveva valorizzato per animare numerosi Corsi di Esercizi in varie zone d’Italia per i membri della Santa Famiglia e soprattutto per le ANCILLE. C’è da aggiungere che nello svolgere questo servizio con generosa disponibilità, è risultato sempre molto stimolante e apprezzato: tante persone manifestano ancora vivissima gratitudine per il grande bene che hanno ricevuto dalla sua saggia e profonda predicazione.
Nel 1974 si mette a disposizione come assistente spirituale per le coppie di sposi dell’Istituto che si recano anche da lui.
Da questo servizio, dalla difficoltà di trovare spazi per offrire alle famiglie percorsi di spiritualità, giornate di ritiro, nasce l’idea di completare la casa canonica e la chiesa a Spicello, una struttura iniziata negli anni 60 e poi rimasta al grezzo. Don Cesare si muove in collaborazione con il parroco di San Giorgio, insieme ad alcuni coniugi dell’Istituto che con lungimiranza mettono mano a quello che diventerà il Santuario Diocesano di San Giuseppe.
Il 1° Maggio 1989 vengono sgomberati i locali e all’inizio di Giugno si apre la chiesa al culto: per l’esattezza l’11 Giugno 1989 Don Cesare celebra la prima Messa.
Negli anni 80 apre e amministra la libreria San Paolo nella città di Fano.
Il 14 Luglio 1991 Mons. Mario Cecchini inaugura l’intero complesso e annuncia l’intenzione di nominare come Rettore Don Cesare Ferri
Il 20 Agosto 1992 si concretizza il progetto attraverso l’Erezione della chiesa restaurata a Santuario Diocesano e la conseguente nomina di Don Cesare.
Con il passare degli anni, grazie anche ad un generoso e instancabile lavoro di tanti volontari, appartenenti all’Istituto, cresce la vita e l’attività del Santuario: viene stampato il manuale di preghiera “Il Rosario con San Giuseppe”, si avvia la pubblicazione della rivista del Santuario “Ite ad joseph”, inizia l’opera delle “Messe perpetue” ogni primo mercoledì e poi tutti i mercoledì, quindi la pubblicazione dei “Pensieri su San Giuseppe”.
Viene inaugurata la Cappella dell’Adorazione e i gruppi famiglia cominciano a ritrovarsi anche ogni primo Giovedì del mese in una preghiera comunitaria per le vocazioni.
Il Santuario viene abbellito con vetrate artistiche e reso sempre più adatto alla celebrazione. Tutta la struttura viene progressivamente migliorata all’esterno e all’interno, resa capace di ospitare gruppi di pellegrini, famiglie che si alternano nel vivere gli esercizi spirituali, momenti di ritiro e convivialità.
Credo sia doveroso concludere sottolineando questo aspetto come caratterizzante la vita di don Cesare: ha voluto e saputo tirarsi indietro, ha fatto propria questa attitudine di San Giuseppe, lo sposo di Maria. Non ha occupato la scena, si è progressivamente ritirato per fare spazio ad altri, ha continuato a servire e ad amare nel silenzio operoso e grato.
Proprio perché ha vissuto bene la sua vita si è preparato anche a morire bene. Nonostante il dolore ha fatto della morte l’ultimo atto di fede, speranza e amore. Con gratitudine lo affidiamo al Dio della misericordia perché ora viva la festa eterna della vita.