DON CARLO MOLARI
(n. Cesena 25/07/1928 + Cesena 19 febbraio 2022)
Don Carlo Molari, sacerdote diocesano di Cesena era nato a Cesena il 25 luglio 1928.
Venne ordinato sacerdote nel 1952. Si laureò in teologia e in diritto alla Pontificia università lateranense. Nella stessa università insegnò dal 1955 al 1968, alla Gregoriana dal 1966 al 1976 e alla Urbaniana dal 1962 al 1978.
Dal 1961 al ’68 Aiutante di Studio della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, dal ’66, per un decennio segretario dell’Associazione teologica italiana (Ati) e membro del Comitato di consultazione della sezione dogma della rivista internazionale “Concilium”, curava la rubrica di teologia su “Rocca” da oltre venti anni.
Sempre con il faro di Teilhard de Chardin, ha scritto tra l’altro: Teologia e Diritto canonico in S. Tommaso d’Aquino (1962), Darwinismo e teologia cattolica (1984), Percorsi comunitari di fede (2000), Per una spiritualità adulta (2007) e il RoccaLibri Credenti laicamente nel mondo (2010).
Nel 1974 il suo libro La fede e il suo linguaggio, ispirato a Teilhard de Chardin, venne giudicato non conforme alla dottrina cattolica dalla Congregazione per la dottrina della fede e nel 1977, per questo motivo gli venne chiesto di lasciare l’insegnamento. A seguito di ciò, don Molari andò in pensione in anticipo, lasciando l’insegnamento nel 1978.
Dopo il suo pensionamento, don Molari continuò a scrivere libri e articoli e a tenere incontri e conferenze. Oltre all’attività di insegnante e saggista, dal 1967 al 2011 svolse attività pastorale all’Istituto San Leone Magno dei Fratelli maristi a Roma.
Evidenziamo solo alcune testimonianze di gratitudine: ma esprimono il sentire di tantissime persone che hanno goduto del suo insegnamento e della sua stimolante predicazione, perché ha animato centinaia di Ritiri e Corsi di Esercizi presso varie comunità, Congregazioni, Diocesi.
“È il più grande teologo italiano dei nostri giorni, ha scritto su Twitter recentemente Vito Mancuso. E io sono d’accordo con lui. Carlo Molari, aiutante di studio all’ex Sant’Uffizio e poi docente di dogmatica nell’Università Urbaniana, nel 1978 chiese la pensione dopo che la prefazione al Dizionario teologico (Borla 1972) e il libro “La fede e il suo linguaggio” (Cittadella, Assisi 1972) vennero accusati di sostenere posizioni non conformi alla dottrina. I censori non accettavano il fatto che di Dio non si possa dire nulla di definitivo in quanto la sua comprensione cresce con l’evolversi dell’uomo e delle sue capacità cognitive. Un pensiero su cui oggi in tanti concordano e messo in pagina da Molari in un poderoso volume edito da Gabrielli: “Il cammino spirituale del cristiano” (Paolo Rodari).
“Grazie don Carlo, perché sei passato tra noi “guarendo e beneficando”, come Gesù. Grazie per la tua vita splendida, perché le nostre strade si sono incrociate più volte,per essere stato nostro cappellano a Roma, per moltissimi anni…Godi ora la pienezza della Vita, la visione del tuo Signore così ardentemente cercato e amato. ALLELUIA! Per me non è un giorno triste”. (Nadia Bonaldo)
“Quando, con tanta gioia, uscì in libreria la sintesi teologica e spirituale del grande teologo e amico don Carlo Molari… immediatamente la comprai… la strinsi tra le mani con tanto affetto e stima… Aprendola mi venne un pensiero… Quando un giorno lui tornerà al Padre desidero conservare quel pensiero che per tanti anni ho ascoltato e anche studiato… Non si finisce mai di approfondire per vivere...” (Francesca Pratillo)
“Don Carlo Molari è “passato all’altra riva”. Gratitudine profonda per lui, per la sua presenza costante, attenta. Un uomo, un sacerdote amante della Chiesa, testimone di quel Gesù che ha annunciato sempre col sorriso, la parola! Grazie di cuore don Carlo (Fernanda Di Monte)
“Nessuno studente ha dimenticato l’apertura che il suo insegnamento portava nelle menti e nelle coscienze. E questi studenti sono diventati cristiani impegnati, sacerdoti, apostoli, missionarie, professori e perciò a loro volta, hanno portato salutari aperture di mente e di cuore a tante altre persone” (R.R.)
Dal 2009 aveva professato i Consigli Evangelici nell’Istituto Gesù Sacerdote, voluto dal Beato don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina. Don Carlo ha collaborato molto con i paolini e le paoline perché era grande e convinto ammiratore della loro missione e della mistica dell’apostolo Paolo e di Alberione. Ha collaborato non solo scrivendo sulle loro riviste e pubblicando libri, ma ha arricchito con le sue stimolanti relazioni tanti convegni e Incontri formativi dei membri della Famiglia Paolina. Soprattutto nell’animazione di Ritiri e Corsi di Esercizi.
Come responsabile dell’Istituto Gesù Sacerdote devo testimoniare la sua sincera convinzione che, professando i Consigli Evangelici nell’IGS con la solida e attuale spiritualità paolina, si riceve un grande dono, perché si è avvolti, coinvolti e stravolti positivamente dall’amore di Cristo (cfr. 2Co5,14). Ha sempre partecipato agli Incontri programmati dall’Istituto (Ritiri, Esercizi, Convegni…) con vivo senso di appartenenza: e nel momento della condivisione, dopo aver ascoltato con attenzione i diversi pareri, interveniva, manifestando il suo illuminato pensiero che magari andava oltre quelli espressi dagli altri, ma sempre con atteggiamento umile e rispettoso. Per questo lo si ascoltava sempre volentieri e ha goduto della stima e simpatia di tutti (don Emilio Cicconi)