DON ANTONIO AIRO’

Ricordiamoli

DON ANTONIO AIRO’

(n. a San Ferdinando di Puglia (FG) il 23/3/1927  +  Taranto il 31/5/2022)

Don Antonio Airò ha terminato la sua vita terrena alla bella età di 95 anni e con 73 anni di sacerdozio. Era nato il 23 marzo del 1927 a San Ferdinando di Puglia (Foggia), dove la famiglia si trasferì quando il papà, originario di Lizzano, emigrò in America. Al suo rientro in Italia ritornarono a Lizzano dove frequentò la parrocchia di San Nicola, guidata da don Giovanni Pulito, a cui manifestò il suo desiderio di diventare sacerdote.

Non potendo pagare la retta al seminario di Taranto troppo costoso, scelse quello serafico di Manduria, (50 lire al mese), ma essendoci pure suo cugino, il rettore pensò che frequentassero solo per studiare…a buon mercato e rimandò entrambi a casa”. Il ragazzo Antonio chiese aiuto al suo nuovo parroco, don Francesco Scalone; questi ne interessò monsignor Ridola, rettore del seminario di Taranto, che subito lo accolse.

Don Antonio raccontava di quando, ancora seminarista, pensò di partire missionario in Africa. «Era il 1947. Mi recai a San Giovanni Rotondo da padre Pio per chiedergli consiglio. Mi rispose in dialetto: “Mo’ vediamo”. Fermo, come se dovesse ascoltare la risposta del Signore e mi chiese “Di dove sei?” “Di Taranto” risposi. Un altro interminabile silenzio e poi disse: “A Taranto è la missione tua. Capito? A Taranto”.

E così fu. Il 24 settembre del ’49 a Lizzano fu ordinato sacerdote; il primo incarico fu al Carmine di Taranto, dove rimase fino al ’53, destinato poi come parroco all’Immacolata di San Giorgio Jonico.

Dal ’58, eccolo alla parrocchia di Gesù Divin Lavoratore, ai Tamburi, alle prese con la costruzione della nuova chiesa e con la cura pastorale di una popolazione presto raddoppiatasi per l’avvento dell’Italsider. Dal 1979 al 2005 è stato invece a capo della Madonna della Fiducia, occupandosi di tante famiglie che nascevano e si moltiplicavano insieme alle case del quartiere.

Un avvenimento di quel periodo fu l’incidente del 30 luglio del ’74, da cui si salvò per miracolo. Racconta: “A causa delle polveri siderurgiche, decisi di far ripulire e rinfrescare la chiesa. Per pitturare la volta, salii su una scala poggiata su un’impalcatura, non inserendo però il blocco.

Per comprendere più profondamente il grande zelo sacerdotale e la fecondità apostolica di don Antonio è bene evidenziare i vivissimi e straordinari riconoscimenti ricevuti in Diocesi nel suo 90 anno di età. E’ stato definito con piena approvazione e soddisfazione di tutti i presbiteri e i fedeli come colonna della Chiesa di Taranto.

L’intera diocesi ionica ha voluto festeggiarlo con una Messa gremita di fedeli e presieduta dall’arcivescovo Filippo Santoro, che lo ha definito “l’incarnazione della Chiesa in uscita di Papa Francesco”. Sacerdote dal 1949, la sua è una storia d’altri tempi. Una vocazione forte, coltivata fin da ragazzino e sigillata, come abbiamo già evidenziato, da san Pio. Molto legato al Cammino neocatecumenale, da decenni segue le comunità. Quando l’età e gli acciacchi si sono fatti sentire don Antonio ha continuato a celebrare Messa ogni giorno nel seminario minore di Poggio Galeso, offrendo le sue giornate per la “santificazione dei sacerdoti”. Chi lo ha conosciuto ricorda la sua naturale propensione all’ascolto in confessionale. A qualunque ora del giorno e della notte la sua porta era aperta ai penitenti in cerca di misericordia. “Per quanti – ha affermato l’arcivescovo Filippo Santoro – è stato ed è ancora oggi un punto di riferimento. Il sacerdote lavora 24 ore al giorno: dà la vita, soffre per annunciare il Vangelo”.

Già dal 1974 (fra due anni avrebbe ricordato il 50° di professione) era entrato nell’ ISTITUTO GESU’ SACERDORE, voluto dal Beato don Giacomo Alberione, fondatore di tutti e 10 Istituti della Famiglia Paolina.

La professione dei Consigli Evangelici nella spiritualità paolina ha molto aiutato don Antonio nel tenere vivo e custodire lo zelo apostolico paolino, caratterizzato dalla comunione mistica con Cristo Maestro (Parola ed Eucarestia), dalla devozione alla Regina degli Apostoli e dall’apertura pastorale verso tutti (universalità di san Paolo). Ha manifestato sempre vivissima gratitudine per il dono ricevuto, manifestata non solo vivendo in pienezza l’impegno nello svolgere fedelmente il ministero sacerdotale come parroco e come animatore delle comunità neocatecumenali, ma anche con il suo vivo senso di appartenenza all’Istituto. Fino ai suoi 90 anni di età, cioè fino a quando le forze lo hanno sostenuto, non ha fatto mai mancare la sua presenza ai vari Incontri programmati dall’Istituto (Corsi di Esercizi, Ritiri, Convegni…).

Caro don Antonio, a nome dei preti IGS della Puglia, ma anche d’Italia ti ringrazio fraternamente per la testimonianza di gioia, mitezza, fedeltà al ministero e per la tua viva partecipazione alla vita dell’Istituto Gesù Sacerdote, soprattutto con la preghiera e l’offerta della tua coerente vita sacerdotale. Prega per noi per i preti dell’IGS perché sappiano manifestare sempre fedeltà, amore alla Parola di Dio e zelo apostolico, valorizzando tutti i mezzi più celeri, per portare salvezza delle anime…                                     (don Emilio, Responsabile nazionale IGS)