In tutte le diocesi la Giornata mondiale. Il Dicastero laici, famiglia e vita: in quest’occasione facciamo visita a una persona anziana.
«Dall’ambulanza sono scesi uomini che somigliavano ad astronauti, coperti da tute, guanti, mascherine e visiera, hanno portato via il nonno che da qualche giorno faticava a respirare. È stata l’ultima volta che ho visto il nonno, è morto pochi giorni dopo in ospedale, immagino soffrendo anche per la solitudine. Non ho potuto stargli vicino fisicamente, dirgli addio ed essergli di conforto».
È uno dei racconti a cui si è deciso di lasciar spazio durante la Via Crucis dell’ultimo Venerdì santo con papa Francesco. Sintesi efficace dei sentimenti e delle considerazioni che hanno indotto il Pontefice a indire la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Sarà una Giornata ‘diffusa e multicentrica’ quella che verrà celebrata domenica 25 luglio.
Il Dicastero laici, famiglia e vita – che organizza l’evento – ha dato indicazioni perché ogni diocesi riservi un momento speciale agli anziani a livello locale, e ha raccomandato soprattutto ai giovani di fare visita ai nonni. “La visita – a cui è associata la concessione
dell’indulgenza plenaria – può essere l’occasione per consegnare il messaggio del Santo Padre”, scrive il Dicastero, che suggerisce anche la preghiera appositamente preparata.
Nella Basilica di San Pietro la Messa delle 10 non sarà celebrata dal Papa, come inizialmente previsto, a causa della convalescenza dopo l’intervento al colon del 4 luglio (ma reciterà la preghiera dell’Angelus), ma da monsignor Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione; ad essa parteciperanno 2.000 persone della Diocesi e di associazioni impegnate nella pastorale della terza età. Si tratterà soprattutto di nonni accompagnati dai loro nipoti, ma, significativamente, saranno presenti alcune centinaia di persone che usciranno per la prima volta dalle strutture residenziali in cui vivono dopo più di un anno di isolamento.
I giovani presenti a San Pietro, alla fine della celebrazione, offriranno ai nonni e agli anziani presenti un fiore con il messaggio del Pontefice: “Io sono con te tutti i giorni”.
Il tweet del Papa
Alla vigilia della Giornata il Papa ha pubblicato un tweet dedicato alla Giornata: “Il Signore conosce ognuna delle nostre sofferenze di questo tempo. Egli è accanto a quanti vivono l’esperienza dolorosa di essere messi da parte; la nostra solitudine – resa più dura dalla pandemia – non gli è indifferente. #IamWithYouAlways”.
Che significato dare alla visita agli anziani?
«Sarà il segno tangibile di una Chiesa in uscita ed è un modo radicato nella tradizione – ha sottolineato il cardinale Kevin Farrell, presidente del Dicastero laici, famiglia e vita – per manifestare la misericordia, in particolare nei confronti dei malati e dei carcerati. Oggi sembra necessario aggiungere all’elenco delle sette opere di misericordia, che tutti abbiamo imparato a memoria, l’opera della visita agli anziani soli e la scelta della Penitenzieria apostolica di concedere l’indulgenza plenaria a chi la compie, ne sottolinea l’urgenza». Gli interventi di Francesco sul ruolo dei nonni nella famiglia sono stati metodici e puntuali in tutti questi anni.
Ma è stata la condizione degli anziani durante la pandemia, le loro sofferenze, la loro marginalità a indurre il Papa a una scelta così forte. Mettere cioè il nonni al centro dell’Anno Famiglia Amoris laetitia. Anche il tema scelto, “Io sono con te tutti i giorni”, esprime con chiarezza sia la preoccupazione di non lasciare soli gli anziani – come invece capitato troppo spesso durante la pandemia – sia la volontà rappresentata dall’atteggiamento di vicinanza e di aiuto che i nonni esprimono spesso nei confronti dei nipoti: «Se c’è quale problema, se hai bisogno di qualcosa, i nonni ci sono, puoi contare su di noi». Non si può dire che l’attenzione di papa Francesco agli anziani sia una novità. La grande vicinanza spirituale agli anziani che accompagna tutto il pontificato di papa Francesco, va letta alla luce dell’ecclesiologia che lo caratterizza. Al pari di altre categorie di persone che non sempre sono state oggetto di adeguata cura pastorale, gli anziani hanno una missione precisa. Secondo papa Francesco è quella di fare memoria e di trasmettere la fede alle nuove generazioni.
Nel messaggio indirizzato agli anziani in vista della Giornata, il Papa chiede loro di essere corresponsabili del cammino della Chiesa di domani e della costruzione del mondo dopo la pandemia. Si tratta di una novità significativa, che si inserisce nella prospettiva sinodale proposta da Francesco. Nell’enciclica Fratelli Tutti, il Papa ha scritto parole molto chiare in questo senso: «Abbiamo visto quello che è successo agli anziani in alcuni luoghi del mondo a causa del coronavirus. Non dovevano morire così. Ma in realtà qualcosa di simile era già accaduto a motivo delle ondate di calore e in altre circostanze: crudelmente scartati. Non ci rendiamo conto che isolare le persone anziane e abbandonarle a carico di altri senza un adeguato e premuroso accompagnamento della famiglia, mutila e impoverisce la famiglia stessa. Inoltre, finisce per privare i giovani del necessario contatto con le loro radici e con una saggezza che la gioventù da sola non può raggiungere» (FT 19).