Angelina Mango non ha vinto con una canzonetta. Assieme a Madame, grande talento, ha scritto un pezzo profondo. Sono partite dalla Noia. Quella borghese di ieri che affliggeva i personaggi di Moravia, che ha scritto “la noia”, e che li faceva rifugiare nei soldi e nel successo personale. E la noia di oggi che arriva dalla impossibilita’ di tanti a partecipare alla vita. Una desolazione interiore che paralizza.
Pensiamo che in Italia ci sono circa 3 milioni di giovani dai 16 ai 29 anni che non fanno nulla. Li definiamo NEET. È un male della società. Non trovano strade da percorrere. Forse vorrebbero altro ma non sanno cosa. Bene. Angelina e Madame trovano in questa desolazione, dove “la festa è una corona di spine”, una sofferenza atroce del vivere, dove “i giorni sono usati”, una possibilità altra, la “cumbia Total”. La sofferenza estrema permette di rinascere.
L’impossibilità di partecipare alla vita del mondo che ti offre “giorni usati”, è generatrice di possibilità altre. La cumbia e ciò che c’è dietro, diventa altra possibilità. È un ballo comunitario nato dalla mescolanza degli spagnoli con gli africani e gli abitanti del centro/Sud America. Quando a metà 1500 gli spagnoli vanno in Africa e poi in Centro America per i loro traffici di schiavi, cacao, caffè, tabacco, indaco, fanno nascere questo ballo che unisce, che è il frutto di una “compartecipazione” alla pari. Insomma nella “mescolanza etnica” una risorsa.
Nel ballo il desiderio di costruire una società diversa. Questo ballo si fa a piedi nudi sulla spiaggia. Il desiderio di toccare la sabbia del mare con i piedi. Di essere uniti e tutt’uno con la natura. Questa noia giovanile del mondo moderno allora diventa il seme dove innestare un’altra idea di società? Dietro l’ingenuità di Angelina c’è ricerca, curiosità, voglia di raccontare altro.