Se n’è andato in agosto, nella stagione che ormai da anni è diventata quella d’elezione del suo SuperQuark. Se n’è andato con quello stesso garbo che unanimemente gli è stato riconosciuto in vita e che ora, in morte, è rimpianto corale di un’Italia alla quale Piero Angela ha rivolto il pensiero fino all’ultimo minuto: “penso di aver fatto la mia parte – ha scritto nel messaggio consegnato alla Rai pochi giorni fa, nella consapevolezza della fine imminente -. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese”. Malato da tempo, è morto nella notte tra venerdì e sabato nella sua casa di Roma, assistito da una équipe domiciliare del Centro di cure palliative di Gemelli Medical Center (società benefit dell’Università Cattolica); ne ha dato notizia il figlio e continuatore, Alberto, con un semplice messaggio sui social: “Buon viaggio papà”.
Il sovrano indiscusso della divulgazione televisiva, prima scientifica (Quark, la pietra miliare, risale al 1981) poi anche storica, naturalistica, antropologica e sociale (SuperQuark, in onda ininterrottamente dal 1995 a oggi) era, per indole e per formazione, un philosophe: alla scienza, passione di una vita, affiancò molteplici interessi culturali, primo fra tutti quello per la musica jazz. Era figlio del medico antifascista Carlo, riconosciuto Giusto tra le Nazioni per i tanti ebrei che salvò nascondendoli nella clinica che dirigeva, ed era figlio soprattutto di un Piemonte dove la sobrietà e la misura erano considerate le virtù supreme. Tratti che portò, come cifra distintiva, nei suoi settant’anni di carriera tutta in Rai, prima come corrispondente e conduttore del telegiornale poi, dagli anni Settanta, con l’impegno nella divulgazione scientifica. Un occhio sempre alla Bbc, modello dichiarato, e uno al telespettatore di casa nostra, al quale Angela sempre si sforzò di essere vicino: “è più difficile essere facili – spiegava -. Tutti sono capaci di parlare o di scrivere in modo oscuro e noioso”.
Personalmente non credente, manifestò sempre rispetto per gli uomini di fede, dal suo insegnante don Carlo Ughetti al missionario padre Lio, sebbene il Cicap, l’associazione per il controllo delle pseudoscienze da lui fondata e presieduta e che comunque non si occupa per statuto di religione, a volte abbia avuto occasione di contrasto con ambienti cattolici. “Ho sempre provato – aveva dichiarato Angela ad Avvenire in un’intervista per i suoi novant’anni – grande rispetto per le persone che hanno trovato una fede. Ho conosciuto molti scienziati credenti in grado di viaggiare su due binari paralleli, capaci di distinguere le traversine scientifiche da quelle del credo religioso”.
Una curiosità intellettuale che fino all’ultimo non è mai venuta meno: la sua ultima trasmissione è stata Superquark+ su RaiPlay, nata non per la televisione classica ma per il digitale, dove Angela introduceva brevi puntate tematiche (un quarto d’ora) condotte da giovani divulgatori. Perché, oltre al ricordo commosso di generazioni di telespettatori, Piero Angela ha avuto anche il grande merito di saper lasciare una scuola attorno a sé. Un volto che ha accompagnato la televisione per settant’anni, e che pure ha sempre saputo non mettere mai se stesso in primo piano.
Il messaggio di commiato
La Rai ha pubblicato le ultime sue parole rivolte al pubblico, un messaggio per la pagina Facebook del suo programma SuperQuark.
“Cari amici – ha scritto Angela – mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia”. “È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”.
Mattarella: un grande italiano. Draghi: ha unito il Paese
Tra gli innumerevoli messaggi di cordoglio alla famiglia, giunti anche dal mondo politico, spicca quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Provo grande dolore per la morte di Piero Angela, intellettuale raffinato, giornalista e scrittoreche ha segnato in misura indimenticabile la storia della televisione in Italia, avvicinando fasce sempre più ampie di pubblico al mondo della cultura e della scienza, promuovendone la diffusione in modo autorevole e coinvolgente. Esprimo le mie condoglianze più sentite e la mia vicinanza alla sua famiglia, sottolineando che scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente”.
Il premier Mario Draghi: “L’Italia è profondamente grata a Piero Angela. È stato maestro della divulgazione scientifica, capace di entrare nelle case di generazioni di italiani con intelligenza, garbo, simpatia. Le sue trasmissioni e i suoi saggi hanno reso la scienza e il metodo scientifico chiari e fruibili da tutti. Il suo impegno civile contro le pseudoscienze è stato un presidio fondamentale per il bene comune, ha reso l’Italia un Paese migliore. Piero Angela è stato un grande italiano, capace di unire il Paese come pochi. Ai suoi cari, le condoglianze del Governo e mie personali”.
Giornalista, divulgatore scientifico, scrittore, Cavaliere della Repubblica
Nato a Torino nel 1928, Piero Angela aveva iniziato la sua carriera giornalistica in Rai come cronista radiofonico, divenendo poi inviato e conduttore del tg. La sua grande popolarità è legata ai suoi programmi di divulgazione scientifica, da Quark a Superquark per citare i più importanti, con i quali ha fondato per la televisione italiana una solida tradizione documentaristica.
Piero Angela ha scritto anche diversi libri, sempre di carattere divulgativo: Nel cosmo alla ricerca della vita (1980); La macchina per pensare (1983); Oceani (1991); La sfida del secolo (2006); Perché dobbiamo fare più figli (con L. Pinna, 2008); A cosa serve la politica? (2011); Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo (con A. Barbero, 2012); Viaggio dentro la mente: conoscere il cervello per tenerlo in forma (2014); Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo (2015); Gli occhi della Gioconda (2016). Nel 2017 ha pubblicato il libro autobiografico Il mio lungo viaggio. Nel 2004 è stato insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2021 del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.