Le “cose che ci preoccupano possono diventare delle sfide”. E’ la chiave di lettura offerta sul secondo capitolo dell’Amoris Laetitia da don Federico Emaldi, rettore del Seminario di Ravenna che è stato il primo dei relatori del Corso sulla spiritualità familiare partito lunedì scorso per la Scuola di Formazione teologica.
Si tratta di un percorso formativo che avrà come altri relatori, nei prossimi lunedì, don Matteo Papetti, direttore della Pastorale Vocazionale della Diocesi, padre Oliviero Svanera, custode di San Francesco in Treviso e già custode di Sant’Antonio di Padova, che interverrà assieme a una coppia di sposi. Al centro del corso, alcuni capitoli dell’Amoris Laetitia: “A cinque anni dalla sua pubblicazione – ha spiegato don Emaldi – facciamo il punto sulle radici di questa chiamata al matrimonio e sulla ‘gioia dell’amore’ come dice il titolo chiedendoci, a partire dai dati sui matrimoni anche a Ravenna, se non sia il caso di rimetterla al centro questa gioia”.
I dati sono stati esplicitati, a inizio serata, dal direttore della Pastorale Familiare della Diocesi, il diacono Edo Assirelli: “A Ravenna nel 2021 si parla di 438 unioni, in calo rispetto agli anni precedenti, di cui 74 matrimoni religiosi, il 16%”. Cifre che appunto danno il polso di “quello che ci preoccupa”, nella definizione di Papa Francesco e che don Federico ha poi analizzato a partire dal capitolo 2 di Amoris Laetitiasulla “situazione attuale”.
“Se i nostri giovani non colgono l’annuncio evangelico che la Chiesa ha sull’amore, è perché sono sordi? O forse è il nostro modo di annunciare la buona notizia che non funziona?”, si è chiesto a inizio serata don Emaldi. Una provocazione per tutta la Chiesa.
“Guardiamo alla complessità della famiglia oggi – ha proseguito citando Familiaris Consortio -, in tutta la sua complessità, fatta di luci ed ombre”: l’individualismo crescente che rende i legami sempre più difficili, la vita stressante di oggi, la concezione della famiglia come ‘luogo di passaggio, utile per dei servizi’, il timore da un lato della solitudine ma anche di creare legami duraturi.
Quella del Papa, ha proseguito, non è una denuncia retorica dei mali attuali, di fronte ai quali, da cristiani non possiamo rinunciare ad annunciare il Vangelo dell’amore, ma “un’analisi che invoca uno sforzo di responsabilità e generosità“. In sintesi: quello di rendere ragione di quello che viviamo, “è possibile far cogliere il bello e il buono che c’è in questa vocazione? – si chiede – Con una proposta che permetta alla persona di rispondere alla Grazia dell’amore”.
“Da cristiani forse, in questi anni, abbiamo detto la verità sulla vocazione al matrimonio, ma non è che l’abbiamo detta ‘come uno schiacciasassi? Puntando più sulle regole e senza far sufficientemente emergere quella gioia, quella letizia dell’amore?”.
I prossimi appuntamenti del corso di introduzione alla pastorale familiare “Vocazione e spiritualità del matrimonio e della famiglia” sono in programma il 28 febbraio e 7 e 14 marzo, con inizio alle 20,45 in Seminario (con possibilità di seguirlo anche online). Per informazioni e iscrizioni: www.teologiaravenna.it, telefono 340 2132673.