«Le famiglie non possono essere viste solo come un “terreno da irrigare”, che ricevono passivamente discorsi, insegnamenti o iniziative pastorali “calate dall’alto”. Esse, invece, sono il “seme” che può fecondare il mondo. Sono loro gli evangelizzatori. Più che i discorsi astratti, infatti, sono le famiglie stesse che testimoniano al mondo, in modo reale e credibile, la bellezza dell’amore familiare». L’ha detto stamattina il cardinale Kevin Farrell, presidente del Dicastero laici famiglia e vita, presentando il programma del X Incontro mondiale delle famiglie che si terrà dal 22 al 26 giugno del prossimo anno. Un appuntamento che, come già annunciato, sarà “diffuso e multilaterale”. Cuore delle iniziative a Roma, ma eventi previsti in tutte le diocesi dei cinque continenti, collegate on line per quanto possibile con il centro della manifestazione. Sarà così possibile trasformare il X Incontro mondiale in un momento davvero vissuto e partecipato da tutte le famiglie cattoliche, ad ogni latitudine, senza esclusioni, secondo gli obiettivi che papa Francesco ha tracciato in Amoris laetitia. «Così potranno partecipare a questo importante evento ecclesiale – ha aggiunto Farrell – non solo gli operatori della pastorale familiare o le famiglie che hanno maggiori possibilità economiche per viaggiare, ma un più grande numero di famiglie». Quante? Difficile prevederlo, ma è facile pensare che, oltre ai circa duemila delegati presenti a Roma, si arriverà ad alcuni milioni di persone collegati contemporaneamente.
«L’avere scelto, come sede principale dell’Incontro, la città che custodisce le memorie degli Apostoli Pietro e Paolo – ha aggiunto il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale per la diocesi di Roma – mette in luce la vocazione originaria della Chiesa di Roma che “presiede alla comunione delle Chiese”». Quello della Capitale sarà un atteggiamento «accogliente e inclusivo», tale da permettere in presenza o a distanza la partecipazione al maggior numero possibile di famiglie. Non si tratterà solo di un evento in cui le famiglie riflettono e si interrogano sulla propria realtà, ma anche un momento in cui ci sarà posto per gesti concreti di solidarietà nei confronti dei nuclei familiari più fragili.
De Donatis ha ricordato i progetti solidali che si intende sostenere: l’Emporio della Solidarietà Santa Giacinta, situato all’interno della Cittadella della Carità di via Casilina Vecchia, «un vero e proprio supermercato, dove le famiglie bisognose possono fare la spesa gratuitamente». E poi la Casa dell’Immacolata, all’Alessandrino, che accoglie mamme e bambini senza dimora, aiuto, e sostentamento; e Casa Wanda, all’interno del Parco di Villa Glori, dove vivono anziani malati di Alzheimer e dove vengono sostenuti anche i loro familiari.
I dettagli del programma sono stati illustrati da Gabriella Gambino, sottosegretario del dicastero laici famiglia e vita. Si parte mercoledì 22 giugno, nel pomeriggio, con il Festival con le testimonianze delle famiglie, alla presenza del Papa. Giovedì 23, venerdì 24 e sabato 25 mattina, il congresso pastorale, «che includerà – ha spiegato Gambino – celebrazioni e adorazione eucaristica, conferenze pastorali e panel per mettere in dialogo esperienze pastorali di tutto il mondo». Il sabato pomeriggio la Messa in San Pietro con il Papa. Una novità rispetto ai precedenti Incontri mondiali, per «consentire che la domenica le famiglie nel resto del mondo possano celebrare con il proprio vescovo».
Tutte le famiglie che lo desiderano, in ogni parte del mondo, potranno partecipare agli eventi in streaming e, in larga parte, anche in televisione. Anche il cammino di preparazione, ha sottolineato don Walter Insero, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma, «sarà reso disponibile per tutti in modalità digitale, grazie al sito www.romefamily2022.com». E ci sarà anche una strategia social con un «approccio consono alla modalità diffusa e multicentrica. L’obiettivo è di coinvolgere quanti più profili social possibili per condividere con loro il nostro hashtag #wmof22 e diffondere così i nostri contenuti».
La voce delle famiglie romane è arrivata dall’attore e regista Giovanni Scifoni e dalla moglie Elisabetta, genitori di tre figli, che hanno ricordato i tanti strumenti offerti per la preparazione, dalla preghiera all’icona realizzata da padre Marko Ivan Rupnik, dall’inno We believe in love, al videoclip girato dal regista Luigi Pingitore con gli scorci più suggestivi di Roma.